Nella capitale Nuova Delhi, temperature record per il mese di maggio e una grave crisi idrica. Al confine con il Bangladesh, invece, oltre 40 morti per le alluvioni causate dal ciclone Remal.
La crisi del clima, in questi giorni, si sta manifestando in India con effetti diversi ma sempre decisamente estremi. Anche se parliamo di un territorio vastissimo, fa decisamente effetto vedere come il Paese sia colpito da eventi meteo estremi, alcuni mai visti prima d’ora.
La capitale Nuova Delhi, ad esempio, viene colpita regolarmente da ondate di calore già prima dell’inizio dell’estate. Già nella giornata di martedì, era stata registrata una temperatura massima di 49,9°C, che aveva superato il precedente record di maggio, pari a 49,2°C, registrato nel 2022. Mercoledì 29 maggio, invece, nel sobborgo di Mungeshpur sono stati raggiunti addirittura i 52,3°C: si tratta, in questo caso, del valore più alto di sempre a livello nazionale, avendo superato di oltre un grado il record precedente, registrato nel deserto del Rajasthan.
Meteorologi e climatologi sono certi che il cambiamento climatico sta rendendo le ondate di calore più lunghe, più intense e più frequenti. Ad aggravare la situazione, anche una crisi idrica che ha colpito l’intera regione: in diverse zone si sono già verificate interruzioni della fornitura di acqua potabile. A nulla è servito l’appello alla responsabilità collettiva dei cittadini da parte del governo nazionale, e per questo si sta cercando di razionare l’acqua per ridistribuirla nelle aree più remote intorno alla capitale, dove l’erogazione dura non più di venti minuti al giorno. Nel pomeriggio di mercoledì 29 maggio, su Nuova Delhi e sulle aree circostanti sono finalmente tornate le piogge: la speranza è che possano contribuire ad abbassare le temperature senza precedenti di queste ultime ore.
Situazione completamente diversa, ma ugualmente drammatica, nel Nord-Est del Paese. Lo Stato del Bengala Occidentale, al confine con il Bangladesh, è stato colpito da piogge torrenziali portate dal ciclone Remal, che finora ha ucciso oltre 40 persone, anche se il bilancio appare destinato ad aggravarsi. Le alluvioni hanno portato morte e distruzione sia in India che in Bangladesh, ed il dipartimento meteorologico di Dacca ha confermato che si tratta di uno dei cicloni più lunghi e intensi mai visti nel Paese, attribuendo la responsabilità di una simile durata ai cambiamenti climatici.