Un report di Greenpeace e Istat mostra quali sono le città italiane con le temperature del suolo maggiori di 40 gradi centigradi
In soli quattro anni è quasi raddoppiato il numero di italiani costretti a vivere in luoghi in cui la temperatura superficiale è pari o superiore ai 40 gradi.
A dirlo è il report “L’estate che scotta” realizzato da Greenpeace in collaborazione con l’ISTAT. Secondo i dati, nel luglio del 2023 erano 8,3 milioni gli italiani che dovevano far fronte a temperature al suolo così elevate. Nello stesso periodo del 2019 erano meno di 4 milioni e mezzo.
“La temperatura al suolo è la temperatura che si ha sullo strato superficiale, sulla superficie del nostro pianeta”, ha spiegato a TeleAmbiente Simona Abbate di Greenpeace Italia.
“Ci siamo resi conto che da agosto 2019 fino ad oggi è raddoppiato il numero di italiani che sono stati esposti a temperature superficiali maggiori o uguali a 40 gradi centigradi. Questo significa che 8,3 milioni di italiani, l’87,7 per cento della popolazione che abbiamo analizzato, in questi anni è stato esposto a temperature superiori ai 40 gradi”, ha spiegato Abbate.
“Noi sappiamo che temperature così elevate sono un rischio per la popolazione e per la salute delle persone. In particolare di quegli 8,3 milioni di persone che hanno vissuto con temperature superficiali superiori ai 40 gradi, ben 1,3 milioni sono soggetti fragili. Ma nella nostra analisi abbiamo considerato come soggetti fragili solo le persone al di sopra dei 74 anni e i bambini al di sotto dei 5 anni, quando sappiamo che essi sono anche persone con malattie croniche, persone che hanno difficoltà respiratorie o cardiorespiratorie. Quindi in realtà il nostro dato è sottostimato”, ha continuato Abbate.
L’elenco delle città con la maggiore temperatura superficiale
I dati presentati nel report sono stati raccolti grazie ai satelliti del programma Copernicus e ci dicono molto su come si vive nelle diverse province italiane, sempre di più alle prese con le ondate di calore.
La situazione peggiore è a Bari, dove la temperatura media superficiale nel giugno di quest’anno è stata di ben 44,9°C. Seguono Napoli con 43,5°C e Roma con 43,2°C. Sopra i 40°C anche Catanzaro, Ancona, Palermo e Campobasso.
I dati di Greenpeace e Istat e la serie storica dal 2019 ad oggi dimostrano ancora una volta che la crisi climatica è ormai una realtà.
“Nel nostro paese – continua Simona Abbate di Greenpeace – abbiamo 14.500 decessi all’anno per ondate di calore e quindi dobbiamo fare qualcosa per invertire la rotta ed evitare che il cambiamento climatico aumenti ancora di più ed aumentino fenomeni di elevate temperature e di ondate di calore. Come Greenpeace noi chiediamo di riconoscere quali sono i colpevoli. E i colpevoli sono le industrie del fossile che già dagli anni settanta sapevano che continuando ad estrarre combustibili fossili saremmo arrivati ad un punto in cui la temperatura media del pianeta sarebbe stata molto più alta di quella preindustriale”.