Intervistata da Repubblica, Raffaela Milano afferma che “La legge esistente è obsoleta e superata. È vecchia di 30 anni. Non fotografa più il Paese, basta entrare in un’aula scolastica. E una riforma avrebbe non solo evidenti effetti pratici ma anche impatti sull’identità e sul futuro di quasi un milione di ragazzi, di più del 10 per cento della popolazione scolastica”.
A riaprire il dibattito sono state le immagini della generazione di giovani atleti che ha partecipato alle Olimpiadi di Parigi, giovani spesso nati o cresciuti in Italia da genitori stranieri, in tutto e per tutto simili ai loro coetanei che hanno già la cittadinanza.
In Italia al momento vige la legge n°91 del 1992 basata sul principio dello Ius Sanguinis ovvero la cittadinanza si eredita da almeno uno dei genitori o si acquista se si è nati in Italia e non si è abbandonato il Paese fino al 18esimo anno di età.
Due le principali proposte di modifica: lo Ius Soli è un principio che riconosce la cittadinanza a chi è nato o ha vissuto in un Paese per un certo periodo di tempo. Negli Stati Uniti vige uno Ius Soli assoluto per cui basta nascere nel Paese per diventare immediatamente cittadino, anche se i genitori non vi hanno mai vissuto e se il neonato lascia subito il Paese.
In Italia nel 2015 è stata presentata dal Pd una proposta di Ius Soli temperato; un bambino nato in Italia sarebbe diventato cittadino italiano se almeno uno dei due genitori (proveniente dall’Unione europea) risiedeva in Italia da almeno 5 anni. In caso di genitore proveniente da Paese non Ue vi erano altri requisiti di reddito, conoscenza della lingua italiana e alloggio.
L’ultima proposta rilanciata da Forza Italia consiste nello Ius Scholae, una cittadinanza legata all’essere arrivati in Italia prima dei 12 anni e avere ultimato alcuni cicli scolastici. Sebbene il partito guidato da Antonio Tajani non sembra disposto a votare la riforma con le opposizioni, (mancano quindi i voti in Parlamento) il segretario ha ribadito che il tema rimane sul tavolo: “Noi siamo leali, ma dobbiamo anche guardare a un’Italia che cambia e, come centrodestra, non dobbiamo lasciare certi argomenti alla sinistra”.
Intanto il tema sarà al centro della proposta di referendum che +Europa ha annunciato di volere presentare:
Adesso Riccardo Magi di +Europa ha dichiarato a Repubblica la volontà di presentare una proposta di Referendum il cui testo non è ancora stato ultimato: ”Quello di questi giorni mi sembra sia il solito dibattito inconcludente dove i partiti guardano più alla propria identità che alla società italiana. Insomma, tante parole senza però una vera volontà di agire in Parlamento. Ecco perché andiamo avanti con un referendum, a cui stiamo lavorando da prima che arrivasse questa botta mediatica dovuta alle Olimpiadi”.
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