Bologna voterà sul limite dei 30 km orari in centro città. Dopo mesi di polemiche tra il sindaco Matteo Lepore, cha ha voluto fortemente la misura introdotta lo scorso 16 gennaio, e il ministro Matteo Salvini, che ha criticato aspramente l’iniziativa, la parola passa ai cittadini.
Il referendum sarà consultivo, non vincolante per il Comune ma dal forte significato politico.
Questo il quesito sottoposto ai cittadini: “Volete che il Comune di Bologna vada avanti nella decisione di realizzare ’Bologna Città30’ come previsto dalla Delibera DG138/2023, dalle Ordinanze vigenti dal 16 gennaio 2024 e dai futuri provvedimenti?”
Il centrodestra si dice pronto a raccogliere novemila firme per sottoporre il quesito a referendum. I novanta giorni previsti per la raccolta firme coincidono però con il periodo estivo, da qui i malumori di Fratelli d’Italia e Lega che gridano al boicottaggio del comune. Il sindaco ha sottolineato che i proponenti il referendum avranno un mese per la consegna dei moduli di raccolta delle firme e che i 90 giorni partiranno solo dopo tale termine, respingendo così le accuse di boicottaggio.
La misura delle “città 30” nasce da risultati scientifici dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che individuano nei 30 km orari la velocità massima che permette di salvare la vita a 9 pedoni su 10 in caso di incidente. Le vittime aumentano a velocità più elevate; sopravvivono 7 pedoni su 10 a 40 chilometri orari e solo 1,5 su 10 se il veicolo va a 50 chilometri all’ora.
La maggioranza di sinistra si dice sicura del risultato del referendum grazie ai numeri che hanno già registrato una drastica riduzione degli incidenti in città. Secondo i dati diffusi a marzo dalla polizia locale, è stato registrato un calo del 16,6% degli incidenti totali, e un calo del 19,4% delle persone ferite oltre a due incidenti mortali in meno.