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Le “Città 30” aiutano l’ambiente e la salute. Ma in Italia ce n’è solo una

città 30 chilometri orari

Olbia è l’unica Città 30 d’Italia. Un concetto – quello di porre i limiti di velocità delle automobili a 30 km/h – che stenta a farsi accettare tra la popolazione ma che aiuterebbe ambiente e salute

Il concetto è semplice: porre i limiti di velocità all’interno delle città a 30 chilometri orari. I benefici, secondo la scienza e le osservazioni empiriche, sono molteplici: diminuiscono le morti dovute allo smog, aumenta l’aria pulita, diminuisce il traffico, aumenta la sicurezza. 

L’idea venne 20 anni fa all’urbanista svizzera Lydia Bonanomi che la teorizzò nei saggi “Le temps des rues” e “Zona 30, gente contenta”. 

Da allora diverse città in Europa si sono riorganizzare per seguire i precetti di Bonanomi. Addirittura interi Paesi si sono adeguati: Paesi Bassi e Spagna hanno recentemente approvato una legge che prevede i 30 km/h su tutte le strade urbane.

E poi c’è l’Italia dove una sola città ha deciso di abbracciare la filosofia dei 30 chilometri orari: Olbia.

Perché in Italia c’è solo una città 30? 

“Il progetto è fattibile in tutta Italia, ciò che frena è una paura politica del consenso – ha detto a Green&Blue l’architetto Matteo Dondè, uno dei discepoli dell’urbanista svizzera -. C’è molta ignoranza sul tema. Bisogna lavorare sulla comunicazione, come dimostra il successo degli interventi di urbanismo tattico”.

Presentare una città in cui si ha un limite di 30 chilometri orari come un’opportunità per tenere a casa l’auto e andare in bicicletta in tutta sicurezza e allo stesso tempo risparmiando sui costi del carburante, ad esempio, è un modo come un altro per spiegare alla popolazione il concetto che sta alla base della teoria di Bonanomi.

Un cambio di paradigma, dunque, che punti sugli aspetti positivi. Come ad esempio la stima fatta dall’Agenzia della Sanità pubblica di Barcellona secondo cui estendendo all’intera città il limite di 30 chilometri orari si potrebbero prevenire quasi 700 morti premature all’anno per inquinamento, aumenterebbe l’aspettativa di vita di quasi 200 giorni in media a persona e ci sarebbe per la città un risparmio economico annuo di 1,7 miliardi di euro.