Ciak, azione! Al via la seconda edizione di Cinema In Verde, il primo festival di cinema ambientale della Capitale.
Roma si tinge di verde. Prende, infatti, il via oggi la seconda edizione di Cinema In Verde, il Festival di cinema internazionale che fino a domenica 22 settembre sarà protagonista della scena all’Orto Botanico di Roma. L’unica rassegna/concorso ambientale in Italia che sceglie di parlare esclusivamente attraverso le storie del cinema, un mezzo di potente coinvolgimento delle persone nell’azione verso la sostenibilità.
Ad aprire la kermesse sono Serena Dandini e il regista Riccardo Milani. Il suo film “Un mondo a parte” – con protagonisti Antonio Albanese e Virginia Raffaele – inserito nella rassegna Green Mirror, viene proiettato alle 16.30. Ma la cerimonia di inaugurazione vede presenti anche molti altri protagonisti del Festival: il Comune di Roma, con gli assessori all’Ambiente Sabrina Alfonsi e alla Cultura Miguel Gotor; l’Università La Sapienza con il direttore dell’Orto Botanico Fabio Attorre e il prorettore Livio De Santoli; il direttore dell’Agenzia per la Cooperazione allo sviluppo Marco Riccardo Rusconi; la curatrice del Festival Simonetta Lombardo e la direttrice artistica Claudia Campanelli.
“Sono felice che un mio film venga proiettato in un festival che ha un significato così profondo. Perché quando si parla di ambiente, si parla della vita di tutti noi, di spazi comuni, di rispetto dei territori, di cultura”, racconta Riccardo Milani. “È un tema legato alla nostra quotidianità, quindi all’educazione, al vivere nel rispetto reciproco, ma anche all’economia e al benessere delle persone. Prendersene cura significa dare un valore a tutti questi aspetti. Al di là delle emergenze, l’ambiente ha sempre rappresentato, per me, la difesa di valori etici e morali: avere rispetto per l’ambiente significa avere rispetto, prima di tutto, per le persone”.
Un programma ricco quello di Cinema In Verde. Sei i film in concorso, provenienti da diverse parti del mondo, film in rassegna, workshop e talk. Il tutto per raccontare, attraverso storie, azioni e personaggi, la necessità sempre più stringente di trovare un equilibrio tra uomo e ambiente.
“I film in concorso e quelli in rassegna parlano della grande necessità di rigenerazione. La sostenibilità, ovvero organizzare la nostra vita in modo che le risorse possano durare nel tempo, è più che mai necessaria, ma non basta più”, spiega Simonetta Lombardo, Ceo di Silverback e una delle ideatrici del Festival. “Quello che gli esseri umani possono e debbono fare è cominciare a rigenerare attivamente le risorse: iniziare a restituire agli ecosistemi una parte dell’equilibrio che abbiamo sottratto. Una rigenerazione che ci auguriamo possa portare con sé anche un nuovo modo di coesistenza tra comunità anche diverse. Si tratta di un orizzonte utopico? Abbiamo bisogno, credo, di sognare il meglio per l’umanità all’interno di una nuova relazione con la natura e con i viventi. E il cinema ci può aiutare a desiderare questo orizzonte, spingerci ad agire. Questo è uno dei significati profondi della scelta di organizzare un festival dedicato esclusivamente alla narrazione di storie di sensibilità ambientale”.
A volere e a organizzare il Festival sono stati l’Università La Sapienza di Roma – Dipartimento di Biologia vegetale e la società di comunicazione green Silverback, in un’inedita collaborazione tra istituzioni scientifiche e aziende della conversione ecologica. L’assessorato all’Agricoltura, ambiente e ciclo dei rifiuti ha sostenuto fattivamente, assieme a tutta Roma Capitale e particolarmente all’assessorato alla Cultura, l’iniziativa che ha collezionato lungo il suo percorso altri importanti compagni di viaggio, da GSE-Gestore dei servizi energetici a Cassa Depositi e Prestiti all’Aics-Agenzia per la cooperazione allo sviluppo, da Barilla-Mulino Bianco al consorzio Comieco.
Tra i titoli in concorso, “White Plastic Sky” ci trasporta in un futuro in cui gli esseri umani si trasformano in alberi e in gioco c’è la sopravvivenza. “Europa” esplora invece il conflitto tra profitto e cultura locale in Albania, mentre “I Saw Three Black Lights” e “The Little Gang” ci portano dentro a narrazioni intime e radicate nella natura, rispettivamente nella giungla colombiana e nella lotta contro fabbriche inquinanti. Una comunità di pescatori a Malta è invece la protagonista di “Luzzu”, e “Disco Afrika” affronta il tema della corruzione e delle disuguaglianze attraverso gli occhi di un giovane africano.
A valutare le pellicole in concorso una giuria d’eccezione, presieduta da Paolo Virzì, ospite anche della prima edizione con “Siccità”, e composta dall’attore Lino Guanciale, dalla giornalista Laura Delli Colli, dall’ambientalista Rossella Muroni e da Sofia Pasotto, giovane influencer attenta alla sostenibilità ambientale. Il loro voto decreterà il vincitore del prestigioso Ginkgo d’Oro per il miglior film su tematiche ambientali. Novità di questa edizione è la Giuria “Germogli”, composta da studentesse e studenti universitari, organizzata in collaborazione con il GSE – Gestore dei Servizi Energetici, partner scientifico del festival. Questo gruppo di giovani appassionati avrà il compito di assegnare il Premio Germogli al film che meglio rappresenta le sfide e le soluzioni innovative nel contesto della transizione ecologica.