Cina, rinnovabili superano il carbone. Ma Pechino è lontana dalla neutralità climatica

Cina, rinnovabili superano il carbone. Ma Pechino è lontana dalla neutralità climatica

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In Cina la capacità eolica e fotovoltaica ha superato per la prima volta quella del carbone. Ma le politiche di Pechino restano distanti dalle necessità legate alla crisi climatica

Buone notizie sul fronte della lotta alle emissioni climalteranti. La Cina, il più grande emettitore di gas serra del Pianeta (12,7 miliardi di tonnellate nel 2022, contro le 6 degli Usa), nel 2024 ha installato una quantità di impianti eolici e fotovoltaici tale da poter superare l’energia prodotta dal carbone.

Una buona notizia soprattutto alla luce del fatto che per il gigante asiatico fino a ieri il carbone rappresentava la fonte primaria per la produzione energetica. Tanto da rendere la Cina il maggior utilizzatore al mondo di quello che è il più inquinante tra i combustibili fossili.

Che si tratti di una buona notizia nell’ottica della lotta ai cambiamenti climatici (che sono causati proprio dall’utilizzo di combustibili fossili) è fuori discussione.

Attenzione, però, a pensare che la più grande nazione del mondo si stia spostando velocemente verso una produzione elettrica a zero emissioni. Perché non è affatto così.

Transizione energetica in Cina, luci e ombre

Sebbene il governo di Pechino stia facendo sforzi importanti sul fronte delle rinnovabili, non ha di fatto messo al bando il carbone. Basti pensare che nella prima metà del 2024 la Cina ha aggiunto 8 GW di nuove centrali a carbone. Che sembrano niente rispetto ai 40 GW installati nel 2023 (e ancor meno rispetto ai 100 GW di rinnovabili installate nei primi sei mesi di quest’anno) ma che comunque dimostrano quanto il carbone rientri ancora nella strategia energetica di Pechino.

In generale, il governo di Pechino ha deciso di spostare al 2060 l’obiettivo della neutralità climatica, rispetto alla gran parte dei Paesi del mondo che mantengono l’obiettivo fissato al 2050.

Dunque resta necessario uno sforzo ulteriore della Cina verso la decarbonizzazione. Ad esempio attraverso la totale messa al bando del carbone. Quel famoso “phasing out” che si rincorre da diverso tempo nelle occasioni internazionali dedicate alla lotta alla crisi climatica (come le COP) ma che si stenta a raggiungere proprio a causa dell’interferenza di quei Paesi che sono ancora troppo dipendenti dal carbone.

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