Cina, aperti allevamenti intensivi in grattacieli di 26 piani

Gli allevamenti intensivi costruiti in Cina vicino al famoso mercato di Wuhan hanno l’obiettivo di macellare almeno 1,2 milioni di maiali all’anno. 

Che gli allevamenti intensivi siano tra i principali responsabili delle emissioni di gas serra è cosa nota. Chiuderli o rivoluzionarli in chiave sostenibile dovrebbe essere la norma su un pianeta Terra sempre più in sofferenza a causa dei cambiamenti climatici. Eppure, a Ezhou, nella provincia di Hubei, in Cina, ci sono due nuove megastrutture di 26 piani – una ancora in costruzione – trasformate in allevamenti intensivi per produrre almeno 1,2 milioni di maiali da macello ogni anno.

Delle vere e proprie fabbriche della morte, dunque, ad appena 80 chilometri dal famoso mercato di Wuhan. Proprio qui, secondo gli scienziati, si sarebbe originata la pandemia che negli ultimi anni ha cambiato il mondo. Fino a oggi, l’edificio già operativo ha accolto quasi 22.000 scrofe.

Se dall’esterno le megastrutture sembrano box per auto, le immagini girate all’interno mostrano tutta la sofferenza degli animali trattati come oggetti di una catena di montaggio. Sì, perché la loro alimentazione e le loro condizioni di salute sono controllate soltanto dalle macchine.

E a chi ha accusato già i palazzi di inquinare l’ambiente, i proprietari hanno fatto sapere, tra le altre cose, che il calore generato dal cementificio sarà utilizzato per riscaldare la fattoria 2.0. Sulla questione etica, invece, nessuna risposta.