Secondo una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica “Nature”, i virus individuati negli allevamenti intensivi di animali da pelliccia potrebbero causare nuove pandemie.
Nuovo allarme degli scienziati dopo la scoperta di decine di nuovi virus negli animali da pelliccia reclusi negli allevamenti intensivi della Cina. Dopo essere entrati nelle strutture dell’orrore, i ricercatori hanno estratto 461 campioni biologici da cani procione, conigli, visoni e volpi artiche. Choccanti i risultati delle analisi pubblicate sulla rivista scientifica “Nature“. Già, perché gli esperti hanno individuato 36 nuovi virus “potenzialmente ad alto rischio” per l’essere umano. Tradotto: minuscole entità biologiche che, attraverso la trasmissione da un animale a un uomo, potrebbero causare nuove pandemie di coronavirus o, peggio, di influenza aviaria.
E non è finita qui. Secondo gli scienziati, queste zoonosi, se non si inverte la rotta verso un pianeta Terra più sostenibile, potrebbero diventare frequenti. Ed ecco perché, oggi più che mai, Humane Society International (HSI), da sempre in prima linea per la tutela di mammiferi, rettili, anfibi, pesci e uccelli, chiede la chiusura immediata degli allevamenti intensivi di animali da pelliccia. Eppure, nonostante la messa al bando di industrie simili in Italia a partire dal 2022, in attesa di un decreto ministeriale migliaia di visoni stanno continuando a vivere in gabbia in Abruzzo, Emilia-Romagna e Lombardia. “Una grave minaccia per la salute pubblica. Questo ritardo non è solamente inammissibile ma anche incredibilmente irresponsabile“, ha commentato Martina Pluda, Direttrice per l’Italia di Humane Society International/Europe (HSI).
Descubren decenas de #virus de “alto riesgo” en granjas #peleteras de #China
Un estudio identificó 39 virus de alto riesgo en animales de #granjas peleteras, incluyendo especies que podrían saltar a humanos y ganado. (few) https://t.co/oG1VUKRTzM
— DW Español (@dw_espanol) September 5, 2024