Il Malawi, il Mozambico e il Madagascar in ginocchio dopo i due passaggi del ciclone. E non se ne può escludere un terzo.
Si aggrava il devastante bilancio del ciclone tropicale Freddy. Sono oltre 300 i morti tra Malawi, Mozambico e Madagascar, i tre Paesi colpiti dal doppio passaggio del ciclone. I feriti sono più di mille e gli sfollati oltre 100mila, ma si tratta di numeri destinati ad aumentare, anche perché diverse zone sono ancora isolate e i soccorsi fanno fatica ad arrivare. E anche perché non si può escludere un terzo passaggio del ciclone, che aveva colpito per la prima volta l’Africa sudorientale alla fine di febbraio ed è tornato, ancora più forte, nei giorni scorsi.
La situazione più drammatica riguarda il Malawi, un Paese tra i più poveri dell’Africa, densamente popolato e senza sbocchi sul mare. Qui la pioggia è un fenomeno raro che però, per effetto del cambiamento climatico, è arrivato nel modo più intenso e violento possibile.
Piogge e venti fortissimi continuano a tormentare l’area, con il ciclone Freddy che ha avuto un’intensità e una violenza del tutto inaspettate per effetto della crisi climatica. Mai, nell’emisfero australe, un singolo sistema meteorologico aveva fatto registrare una simile quantità di energia.
Il ciclone si era materializzato all’inizio di febbraio a Nord dell’Australia, per poi percorrere tutto il Sud dell’oceano Indiano e di raggiungere l’Africa nell’ultima settimana del mese scorso. A sorpresa, però, il ciclone ha finito per indietreggiare, andando a ricaricarsi grazie alle acque calde dell’oceano e ripartendo poi con ancora più forza verso l’Africa.
Solo in Malawi, secondo l’Onu, le persone colpite sono più di 11mila, e il ciclone Freddy ha messo in ginocchio un Paese già gravemente colpito da un’epidemia di colera che dura da un anno.