
Il monito della presidente della Bce: “In Europa manca la volontà di finanziare investimenti green. Nella transizione vanno tutelati i redditi più bassi, le misure fiscali sono servite con la crisi energetica”.
Christine Lagarde chiede ai governi europei e alle imprese di accelerare sulla transizione energetica. Non solo per il clima, ma anche e soprattutto per l’economia. Da Parigi, dove si sono riuniti i vertici della Banca europea per gli investimenti, dell’Agenzia internazionale per l’energia, e della Banca centrale europea, la presidente della Bce lancia un severo monito sul futuro.
Lagarde: “Più costi se sbagliamo o rinviamo la transizione”
“Due punti sulla transizione energetica sono diventati sempre più chiari. Il consenso scientifico sul cambiamento climatico si sta confermando: ovunque vediamo disastri naturali sempre più frequenti e gravi, ed il numero di disastri legati al clima negli ultimi 50 anni si è quintuplicato” – spiega Christine Lagarde – “Il secondo punto è che, se rinviamo o sbagliamo la transizione verde, ci saranno costi sociali più elevati. Con una transizione tardiva, la banche più vulnerabili potrebbero affrontare perdite del portafoglio prestiti due volte superiori alla mediana. Le aziende ci hanno indicato che standard climatici più severi forniscono un incentivo più forte per gli investimenti verdi“.
Lagarde: “Serve una finanza verde”
Illustrando l’indagine della Bce sulle imprese dell’Eurozona, Christine Lagarde ne ha spiegato i risultati. “Tre quarti delle aziende hanno già effettuato o pianificano investimenti legati al clima entro i prossimi cinque anni, ma il costo del finanziamento di questi investimenti è un problema. La metà delle imprese, e il 60% delle pmi, hanno indicato che costi di finanziamento troppo elevati sono ostacoli molto significativo” – il punto della presidente Bce – “In Europa è necessario promuovere la finanza verde per ridurre il premio per il rischio e abbassare i costi di finanziamento. Servono prestiti agevolati da fonti pubbliche, ma la metà delle aziende ritiene che siano insufficienti. In effetti, la mancanza di volontà degli investitori di finanziare investimenti verdi è un ostacolo molto significativo, questa è una grave inefficienza europea. Per questo, ho costantemente sottolineato la necessità di completare l’unione dei mercati dei capitali Ue come un modo di espandere la base di investitori a cui hanno accesso le aziende europee“.
Lagarde: “Politica monetaria in base alle performance climatiche”
“L’Europa è il luogo d’elezione per l’emissione di green bond, sarebbe un’enorme opportunità mancata non sfruttare il vantaggio di cui disponiamo in questo settore. Promuovere il mercato della finanza verde richiede uno sforzo politico combinato, per noi il contributo più importante è mantenere la stabilità dei prezzi” – ha continuato Christine Lagarde – “Finora abbiamo orientato i nostri acquisti di obbligazioni societarie verso chi ha una migliore performance climatica, limitando la quota di asset emessi da entità con un’elevata impronta di carbonio e chiedendo garanzie con requisiti più rigorosi. Valuteremo le modalità per continuare ad affrontare le considerazioni climatiche nella nostra politica monetaria“.
Lagarde: “Misure fiscali di sostegno per i redditi più bassi”
“Se riusciamo ad anticipare gli investimenti verdi, ci saranno costi a breve termine e le relative conseguenze, come una maggior pressione sui prezzi delle materie prime. E sappiamo che ciò può comportare una maggiore perdita di welfare per chi ha redditi più bassi. Ma qui possiamo imparare da ciò che ha funzionato durante la crisi energetica: le misure fiscali adottate per limitare i prezzi si sono rivelate efficaci nel contenere l’inflazione aggregata e nel ridurre la disuguaglianza” – il punto della presidente della Bce – “Nell’area Euro, queste misure hanno compensato le famiglie per un terzo della loro perdita di welfare, in altri Paesi le famiglie sono state quasi interamente risarcite. La crisi energetica è stata un evento isolato e si spera che in futuro non avremo bisogno di esoborsi fiscali così ingenti, ma l’esperienza suggerisce che per garantire l’equità della transizione, le misure temporanee che aiutano i più vulnerabili dovrebbero rimanere parte degli strumenti politici“.
Lagarde: “Equità nei costi della transizione”
“La transizione verde è una sfida politica molto difficile, perché la posta in gioco in caso di fallimento è molto alta e il percorso verso il successo è complesso. Ma non possiamo diluire le nostre ambizioni e distogliere l’attenzione dall’obiettivo dello zero netto. Non possiamo ritardare il momento dell’azione” – il monito di Christine Lagarde – “La risposta è portare a termine la transizione comprendendo le sfide che comporta e garantendo che i costi siano condivisi equamente“.