Chiusura del Campo Rom di Via di Salone, al via la terza fase del progetto

Presentata la terza fase del rapporto conclusivo del Gruppo di Azione Locale, costituito da oltre 41 realtà tra associazioni ed Enti Istituzionali, sotto la guida dell’ Associazione 21 Luglio che ha portato alla definizione delle possibili linee di indirizzo per il superamento del campo rom di Salone.

 

Al via la terza fase del Progetto per il superamento del campo rom di Via di Salone. Un progetto nato dieci mesi fa in seguito all’adozione da parte della Commissione Europea di un “Piano decennale (2021-2030)” indirizzato al superamento delle comunità rom e sinti. Direttiva, recepita dalla Giunta Capitolina che ha coinvolto i Municipi interessati per trovare proposte e soluzioni.

Un’iniziativa che la Giunta del Municipio VI delle Torri ha subito accolto dando vita ad un Tavolo di lavoro che ha coinvolto oltre 41 soggetti tra rappresentanti istituzionali, i parroci, le autorità religiose, i rappresentanti di Asl, Università, gli insegnanti, il mondo associativo e soprattutto i rappresentanti delle comunità residenti nell’insediamento.

Il progetto, suddiviso in sei fasi, ha già raggiunto due importanti risultati, il censimento e le interviste degli abitanti del campo e la creazione dei gruppi di azione locale che studiato delle possibili soluzioni da mettere in campo.

“Parte la 3ª fase dove appunto ci sarà un programma. Fino ad oggi – ha spiegato il Presidente del Municipio VI delle Torri, Nicola Francosarà tutto in maniera gratuita. Tutti questi attori hanno lavorato senza spendere i soldi pubblici mentre in passato anche un semplice censimento veniva fatto spendendo migliaia di euro pubblici. Noi abbiamo preteso di tutto questo venisse fatto in maniera gratuita per quanto riguarda i cittadini di questo territorio e adesso ci auspichiamo che con questa 3ª fase si inizi a trovare delle soluzioni”.

“Qual è il ragionamento – ha aggiunto Franco – parliamo comunque sia di un’età media, perché grazie al censimento abbiamo scoperto anche questo, di 25 anni quindi significa fatta di giovani che sono qui oltre 30 anni perché quello fu un campo che venne aperto a metà degli anni ’90, quindi sono ragazzi nati e cresciuti qui. Cittadini italiani, e questo è l’altro passaggio importante, e quindi come cittadini italiani noi non pretendiamo che così come noi ci impegneremo, parti istituzionali, a garantire quelli che sono i loro diritti sacrosanti, però allo stesso tempo noi pretendiamo quello che non è mai accaduto fino ad oggi: ciò che anche loro abbiano dei doveri”.

“Abbiamo scoperto da indagini fatte in passato che ci sono famiglie che hanno fermi sui conti correnti postali anche 500.000 euro e quindi forse una casa se la possono comprare una casa oppure possono pagare un affitto. Abbiamo scoperto – ha spiegato ancora il minisindaco – che girano con macchine anche da 100.000 euro e quindi possono pagare un affitto. Il solo fatto di censirli, capire chi sono, dargli i loro diritti, una residenza, tutte le questioni anagrafiche, dà anche modo a noi di capire chi abbiamo avanti. È un momento storico, perché quello è un campo che è arrivato anche ad avere 1.000 persone, oggi sono 350 con un’età media di circa 25 anni, quindi ora o mai più”.

“Poi, le persone che non hanno diritto, che non hanno queste possibilità, fuori subito perché non possiamo continuare a spendere 2 milioni di euro. Infine – ha concluso Franco – ci sono alcuni passaggi che vanno fatti. Noi puntiamo sulla scolarizzazione, puntiamo sulla formazione lavoro, cosa che già accade, infatti alcune donne che frequentano il campo hanno avuto possibilità di frequentare dei corsi e hanno trovato un lavoro. Come cittadini italiani avranno diritto a fare una domanda anche per una casa popolare, ancora oggi vengono assegnate in continuazione case a Roma e quindi se hanno il diritto, se hanno il punteggio anche loro hanno diritto di integrarsi, di vivere all’interno di una casa popolare. Però, a differenza di come accade oggi devono pagare un affitto, devono pagare acqua luce e gas e magari tenendo anche pulito quello che hanno vicino evitando i roghi tossici, inquinamento di falde acquifere e tutte le illegalità che oggi regnano all’interno di questi campi”.