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Chernobyl, 38 anni fa il peggior disastro nucleare della storia

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L’appello di Zelensky: “Decine di migliaia di persone si sacrificarono per limitarne gli effetti, con l’occupazione russa rischiamo nuovi incidenti”.

38 anni dal disastro nucleare di Chernobyl, il peggiore della storia dell’umanità. Era il 26 aprile 1986 quando il reattore numero 4 della centrale, nell’attuale territorio ucraino, esplose a causa di un malfunzionamento del sistema di raffreddamento, causando la morte di almeno 25mila persone e conseguenze a lungo termine per oltre 70mila. Si tratta, però, di dati indubbiamente sottostimati, anche a causa dei silenzi e delle censure imposti dall’allora Unione Sovietica, che nei primi giorni dopo il disastro aveva taciuto o minimizzato sui suoi effetti.

Oltre 800mila, invece, le persone esposte alle radiazioni in tutta Europa. Anche l’Onu, successivamente, definì l’incidente di Chernobyl come il più grande disastro nucleare della storia. Le radiazioni rilasciate dopo l’esplosione del reattore furono venti volte maggiori di quelle del bombardamento di Hiroshima e Nagasaki. Tutte le città intorno alla centrale nucleare, a cominciare dalla vicinissima Prypjat, furono evacuate in pochi giorni e sono ancora oggi disabitate. Il parco divertimenti che doveva essere inaugurato cinque giorni dopo il disastro, e che non fu mai aperto, rimane un luogo simbolico della tragedia.

Gli effetti delle radiazioni si sono manifestati fino ad oggi. Anche se qualcosa negli ultimi anni è cambiato. Nei pressi dell’impianto, infatti, un bosco di pini fu devastato dalle radiazioni e gli alberi che non morirono cambiarono colore, assumendo un rossastro che ha portato a ribattezzare l’area come Foresta Rossa. Intanto, però, con la mancata presenza dell’uomo da quasi 40 anni, nell’area sta letteralmente rinascendo la biodiversità. Merito, indubbiamente, anche del sarcofago protettivo in acciaio e cemento armato che da qualche anno avvolge la centrale nucleare limitandone la contaminazione radioattiva.

In occasione dell’anniversario del disastro di Chernobyl, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha chiesto al mondo di fare pressioni sulla Russia affinché liberi la centrale di Zaporizhzhia, occupata sin dall’inizio della guerra, per evitare nuovi disastri nucleari. Zelensky ha anche ricordato le decine di migliaia di persone che rischiando la salute e la vita si erano prodigate per mitigare gli effetti del disastro, ma anche l’occupazione dei russi dell’impianto di Chernobyl, avvenuta nel 2022 e durata oltre un mese. “Le radiazioni non conoscono confini né bandiere nazionali“, ha spiegato il presidente ucraino.

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