Appello a Governo e Parlamento: prevedere Certificati Blu per l’efficientamento idrico. Fondazione UniVerde e ANBI, con il sostegno di Acquedotto Pugliese, chiedono norme, misure e incentivi.
Servizio video di Manuela Murgia
Le transizioni energetica ed ecologica sono incomplete senza una transizione sostenibile anche nella gestione delle risorse idriche. Occorre prevedere norme, misure ed eventuali incentivi per favorire l’adozione di sistemi di efficientamento idrico innovativi e di precisione da parte di imprese agricole e industrie.
È questa la proposta lanciata al convegno “Risparmio idrico è efficientamento energetico?! Dai certificati bianchi ai certificati blu per imprese agricole e industria sostenibili”, promosso da Fondazione UniVerde e ANBI con la main partnership di Acquedotto Pugliese, che si è svolto questa mattina al Palazzo Santa Chiara a Roma.
Dalle drammatiche alluvioni alle prolungate siccità passando per l’inquinamento delle acque dolci: gli effetti del cambiamento climatico in atto e delle attività antropiche si ripercuotono sulla disponibilità delle risorse idriche, in quantità e qualità, e si prevede che tali impatti si intensificheranno nei prossimi anni.
L’Italia non è immune a questi fenomeni e la loro maggior frequenza e intensità deve sollecitare iniziative per un uso più intelligente e sostenibile della risorsa acqua: un percorso che interessa Istituzioni, imprese, organizzazioni di categoria e tutti i settori produttivi. In particolare, la proposta lanciata al convegno è quella di istituire meccanismi di incentivi al risparmio idrico, simili a quelli già impiegati per il contenimento delle emissioni inquinanti (ETS) o per l’efficienza energetica (certificati bianchi) al fine di promuovere innovazione e applicazione delle migliori soluzioni tecniche di efficientamento idrico per approvvigionamenti e usi agricoli e industriali.
L’evento, trasmesso in diretta streaming su Radio Radicale, è stato organizzato in collaborazione con gli event partners: AVR federata Anima Confindustria, GMT, Almaviva; e con Italpress, Askanews, La Notizia, TeleAmbiente e TVA in qualità di media partners.
Alfonso Pecoraro Scanio (Presidente della Fondazione UniVerde): “Introdurre forme di incentivazione come i certificati blu, sull’esempio dei certificati bianchi adottati già con successo per l’efficienza energetica, permetterebbe di mettere in campo quelle indispensabili azioni per l’efficientamento idrico dei settori maggiormente water intensive. È questo il senso della nostra iniziativa di oggi, riportare al centro del dibattito la necessità di una policy virtuosa oltre a incoraggiare una reale e concreta presa di coscienza collettiva sull’importanza delle azioni di risparmio, riuso e riutilizzo dell’acqua a tutti i livelli. Senza dimenticare che va affrontato anche l’annoso tema delle infrastrutture idriche che vanno aggiornate e manutenute. Occorre quindi una convergenza di intenti e di azioni tra Istituzioni, politica, attori del settore idrico e produttivo del Paese per garantire un approvvigionamento sostenibile della risorsa nel lungo periodo e rafforzare la resilienza degli ecosistemi connessi”.
Francesco Vincenzi (Presidente di ANBI): “La sostenibilità ambientale non può prescindere da quelle economiche e sociali e, in questa direzione, va la proposta dei certificati blu; analogamente ANBI ha lanciato la certificazione Goccia Verde, a garanzia d’ottimizzazione d’uso della risorsa idrica nel sistema agroalimentare, così come da anni è attivo il servizio Irriframe per il miglior consiglio irriguo agli agricoltori. Non solo: la transizione verso modelli idrici più sostenibili può essere anche occasione di nuova occupazione. La crisi climatica evidenzia con forza la necessità di efficientare la reta idraulica del Paese per ottimizzare la gestione dell’acqua sui territori; nel nostro piano, a fronte di un investimento di circa 4 miliardi per 858 interventi lungo la Penisola, prevediamo l’attivazione di oltre 21.000 posti di lavoro”.
Gian Marco Centinaio (Vicepresidente del Senato della Repubblica): “Ridurre il consumo di acqua è uno degli obblighi ai quali siamo chiamati nell’ambito della transizione ecologica delle nostre attività. Una migliore gestione della risorsa idrica è una priorità per il Governo, che è già intervenuto per accelerare la realizzazione delle infrastrutture necessarie. Ma occorre un’azione sinergica, che veda impegnati tutti, dai singoli cittadini, alle imprese, fino alle Istituzioni. Queste ultime devono accompagnare e favorire le azioni che comportano una riduzione del consumo di acqua e, in questo quadro, la soluzione dei certificati blu prospettata dal position paper presentato oggi merita di essere presa in seria considerazione”.
Vannia Gava (Vice Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica), in una nota ha dichiarato “accolgo con curiosità l’idea di istituire un meccanismo di certificati blu come strumento per promuovere la riduzione dei consumi idrici e incentivare le opere di efficientamento”.
Enrico Giovannini (Direttore scientifico ASviS): “Gli investimenti sul settore idrico dovrebbero avere la massima priorità per rafforzare e proseguire quelli previsti con il PNRR. Purtroppo, non vedo la stessa attenzione nelle scelte attuali, il che pone il nostro Paese in una situazione estremamente rischiosa, vista l’accelerazione della crisi climatica”.
Favorevole anche la posizione di Coldiretti. Stefano Masini (Capo area Ambiente e Territorio) ha ribadito quanto affermato da Ettore Prandini (Presidente di Coldiretti): “La previsione di certificati blu può rappresentare uno strumento di misurazione dell’uso efficiente delle risorse idriche anche in agricoltura”, sottolineando che “alla dotazione di appositi certificati che definiscano l’impegno dell’agricoltore si può dare un premio. Dalla logica del vincolo a quella dell’incentivo, significa coinvolgere investimenti e progettare tecnologie di riuso”, evidenziando inoltre “l’importanza di realizzare nuovi bacini che trattengano le acque che altrimenti defluiscono provocando danni come hanno dimostrato le recenti calamità”.