Come nel 2018, il presidente del Consiglio potrebbe essere affiancato da due vice. I nomi ‘caldi’ per i Ministeri chiave.
Nel centrodestra che si appresta a salire al Governo impazza il totoministri. I vari partiti della coalizione dovranno trovare un accordo per la lista dei ministri, anche se occorrerà attendere l’elezione dei presidenti di Camera e Senato. Le trattative, però, probabilmente sono in corso già in queste ore e si parla già dell’ipotesi vicepremier. Come nel 2018, quando Giuseppe Conte fu affiancato da Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Proprio il leader della Lega potrebbe essere, insieme ad Antonio Tajani, il vice di Giorgia Meloni.
Il totoministri
Inevitabile, sulla spinta della nettissima affermazione elettorale, che il futuro Governo sia a forte trazione Fratelli d’Italia. Tra i futuri ministri, i più quotati sono Francesco Lollobrigida (cognato di Giorgia Meloni e già capogruppo Fdi alla Camera) e Guido Crosetto. Quest’ultimo ha appena dichiarato: “Dobbiamo scegliere le persone migliori, è quello che si aspetta il Paese. Servono persone che vadano al Ministero lunedì mattina alle 8 e ci sitano almeno fino al venerdì alle 19, e che studino i dossier“.
Al di là dei ragionamenti da ‘Manuale Cencelli’, restano le discussioni sui Ministeri chiave. E non si escludono dei tecnici. Per il Ministero dell’Economia e delle Finanze il nome più ‘caldo’ è quello di Fabio Panetta, attualmente dirigente della Bce e ritenuto vicino a Forza Italia.
Per il Ministero degli Esteri, invece, il favorito sembra essere Giulio Terzi di Sant’Agata, che aveva ricoperto l’incarico nel Governo Monti ed è stato eletto con Fratelli d’Italia. L’alternativa potrebbe essere Antonio Tajani, ritenuto ‘papabile’ anche per il Ministero della Difesa (dove però potrebbe tornare Ignazio La Russa se non dovesse essere eletto presidente del Senato).
Agli Affari Europei potrebbe arrivare Raffaele Fitto, anche se non è certo che l’attuale presidente del gruppo Ecdr possa lasciare l’incarico da europarlamentare.
Forza Italia, tra i possibili futuri ministri, ha proposto Anna Maria Bernini, Elisabetta Casellati e Licia Ronzulli. Quest’ultima potrebbe diventare ministra dell’Istruzione, mentre l’ex forzista (e ora FdI) potrebbe finire ai Rapporti con il Parlamento.
Nella Lega, invece, Giancarlo Giorgetti potrebbe non essere più ministro, bensì presidente della Camera. E se Matteo Salvini si allontana dal ritorno al Viminale, all’Interno potrebbe comunque andare un uomo vicino al leader leghista. Come l’ex prefetto Matteo Piantedosi, capo di gabinetto quando Salvini era ministro dell’Interno. In alternativa un altro prefetto, Giuseppe Pecoraro.
Sempre in ambito Lega, Mario Valditara potrebbe diventare viceministro dell’Istruzione e Giulia Bongiorno ministra delle Pari Opportunità.
Per il Ministero della Giustizia i nomi sono diversi, ma tra i favoriti ci sarebbero Carlo Nordio (in quota Fdi) e l’ex procuratore nazionale antimafia Nicola Gratteri. E non è escluso che il Ministero della Cultura o della Salute vengano affidati a Letizia Moratti, che a quel punto lascerebbe Milano e la corsa alla presidenza di Regione Lombardia.
Molto più incerto il futuro del Ministero della Transizione ecologica. Non è escluso che possa essere incaricato un tecnico, ma per quanto riguarda le nomine politiche i favoriti sarebbero tre e tutto dipenderà dalle trattative all’interno della coalizione. Per Fratelli d’Italia ci sarebbe Nicola Procaccini, responsabile del Dipartimento Ambiente ed Energia, per la Lega il responsabile del Dipartimento Energia, Paolo Arrigoni, e per Forza Italia Alessandra Gallone, responsabile del Dipartimento Ambiente e Territorio.