Home Attualità Nucleare, Cina: danni minori alle barre di combustibile, ma radioattività nei limiti

Nucleare, Cina: danni minori alle barre di combustibile, ma radioattività nei limiti

Una nota congiunta del ministero dell’Ambiente e dell’Amministrazione nazionale per la sicurezza nucleare cinesi ha spiegato che l’aumento di radioattività a Taishan, nel Guangdong, è “nell’intervallo consentito” per le centrali nucleari e “non vi è problema di dispersione radioattiva nell’ambiente”.

Ammettendo l’esistenza di criticità, nella nota viene spiegato l’aumento di radioattività è dovuto a 5 barre di combustibile danneggiate, secondo un “fenomeno comune” privo di timori: “a causa dell’influenza di fattori incontrollabili su produzione, trasporto, carico e altri collegamenti, è inevitabile una piccola quantità di danni alle barre di combustibile”.

Nelle unità core della centrale ci sono più di 60.000 barre di combustibile e la proporzione di quelle danneggiate è “inferiore allo 0,01%”.

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La nota ha l’obiettivo di smentire le affermazioni riportate dalla CNN secondo cui i limiti legali sulla radioattività erano stati aumentati per consentire il funzionamento dell’impianto.

I dati ufficiali di monitoraggio ambientale mostrano un leggero aumento delle radiazioni vicino a Taishan rispetto ad altre centrali nucleari in Cina.

Gli esperti però sostengono che i livelli sono all’interno della normale gamma di livelli di radiazioni ambientali nel Guangdong.

Sulla stessa linea le autorità cinesi che hanno spiegato che i livelli di radiazioni sono “normali, a livello di fondo, e non ci sono perdite”.

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L’impianto di Taishan, avviato nel 2018, con le sue due unità a meno di 200 km da Hong Kong, è il primo al mondo a far funzionare i reattore nucleari EPR di nuova generazione sviluppati da EDF, basati su un progetto ad acqua pressurizzata soggetto ad anni di ritardi in piani europei simili in Gran Bretagna, Francia e Finlandia.

In Cina ci sono decine di centrali nucleari che si sono posizionate al terzo posto al mondo, dopo Stati Uniti e Francia, con investimenti per miliardi di dollari a sostegno del suo settore dell’energia atomica, ancora giovani nel confronto con le altre nazioni.