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CENONE VIGILIA, 3 FAMIGLIE SU 4 MANGERANNO PESCE. ECCO I CONSIGLI PER UNA SCELTA AMICA DELL’AMBIENTE

Cenone Vigilia.  A Natale siamo tutti più buoni, dicono! Forse è vero, ma quanto siamo coscienti dell’impatto che hanno le nostre scelte sull’ambiente? Ben tre famiglie su quattro sceglieranno un menù a base pesce per celebrare l’avvento del Santo Natale, la domanda sarà dunque superiore all’offerta, attivando in tal modo un circolo vizioso di economia anticircolare a discapito di mare, pescatori e pianeta. Ecco alcuni consigli per una scelta responsabile amica dell’ambiente.

Mancano pochissimi giorni alle feste natalizie e il WWF mette sul piatto 5 semplici consigli per l’acquisto responsabile del pesce, alimento principe delle nostre ricette della vigilia di Natale. Imparando a scegliere il pesce sostenibile possiamo aiutare indirettamente anche gli 800 milioni di persone che in tutto il mondo vivono di pesca facendo anche un regalo agli oceani. Per saperne di più sul consumo responsabile basta andare sul sito Fish Forward.
Il WWF ricorda che anche a tavola il nostro stile di vita può fare la differenza sullo sfruttamento delle risorse naturali e il sostentamento di milioni di persone che dipendono da esse. Negli ultimi anni il menù della Vigilia ha visto per 3 italiani su 4 il pesce come alimento principale: secondo le ultime ricerche, in Italia il consumo di prodotti ittici si attesta sui 29 kg a persona all’anno, circa il doppio di quanto ne consumavano i nostri nonni. Questo costante aumento della domanda comporta un corrispondente aumento dello sforzo di pesca sui mari tanto che ad oggi circa l’85% degli stock ittici monitorati nel Mediterraneo risulta sovra sfruttato.
Sulle nostre tavole c’è più pesce di quanto se ne possa pescare nei nostri mari o allevare nei nostri impianti di acquacoltura. In Europa più della metà del pesce che finisce nel nostro piatto proviene dal resto degli oceani e in particolare dai paesi in via di sviluppo. In altre parole, i consumatori ogni giorno mettono in tavola cozze dell’Atlantico, calamari cileni, naselli senegalesi, merluzzi dell’Alaska” dichiara Eva Alessi, Responsabile consumi sostenibili e Risorse Naturali del WWF Italia e responsabile del progetto Fish Forward. “I mari di tutto il mondo stanno finendo le risorse. Il ‘sovrasfruttamento’ degli oceani sta mettendo seriamente a rischio non solo gli habitat marini, ma la sicurezza alimentare di tutti, in particolare delle persone che dipendono dal pesce come fonte di cibo e reddito. La maggior parte dei consumatori non è consapevole dell’impatto delle proprie decisioni di acquisto su tutto questo e dei benefici che il consumo di pesce sostenibile può dare a ecosistemi marini e persone. Quando mangiamo pesce, abbiamo una grande responsabilità dal momento che 800 milioni di persone dipendono da questa risorsa per la propria sopravvivenza. E ognuno di noi con le sue scelte può fare la differenza”.

“Come facevano i nostri nonni, sarebbe importante tornare a cucinare il pesce disponibile, rispolverando le antiche ricette della tradizione mediterranea, consiglia Eva Alessi “In generale è bene fare attenzione alla tracciabilità, le indicazioni di provenienza del pesce sono caratteristiche fondamentali da controllare. Se mancano queste informazioni, meglio non acquistare il pesce. Per interpretarle facilmente WWF Italia ha messo a disposizione anche una guida online che consente a tutti di verificare a seconda della specie e della sua provenienza se sia un acquisto consigliato o meno”.
Nella grande distribuzione, ad esempio, la scelta di prodotti ittici provenienti dall’estero va indirizzata verso prodotti certificati MSC (Marine Stewardship Council) o ASC (Aquaculture Stewardship Council), le etichette che certificano rispettivamente pesce pescato e allevato secondo criteri di sostenibilità. Ma WWF fornisce consigli per riconoscere il “pesce giusto” anche in mancanza di certificazioni.
“Ad esempio, al banco del fresco è importante scegliere prodotti di stagione e provenienti da pesca locale. In questo modo riduciamo al minimo la nostra impronta, favorendo la pesca artigianale delle nostre regioni e rispettiamo i cicli di vita delle specie” afferma Giulia Prato, Marine officer del WWF Italia. “Un altro semplicissimo criterio è la differenziazione: orientarsi sulla scelta delle specie meno conosciute può rivelarsi molto divertente per noi e molto utile per l’ambiente poiché contribuisce a rendere gli ecosistemi marini più forti, evitando che lo sforzo di pesca si concentri tutto su poche specie sovra sfruttate. Questo Natale potremmo cucinare ad esempio un filetto di sugarello, o un gustosissimo ragù di palamita. Tutti pesci dei nostri mari, ma poco conosciuti”.

Ecco alcune ricette per un cenone amico dell’ambiente.

Merluzzo confit con albicocche e pomodori secchi

Filetti di muggine con vegetali croccanti e té verde

Palamita alla chitarra

Filetto d’orata in salsa di cavoli

Sardine avvolte in foglie di vite

Sigano con patate e verdure di stagione

Cozze con salame chorizo e zafferano

Mazzancolle Kerkénaise