
Catalogna. Dopo gli arresti nel governo catalano, la procura spagnola passa alla Camera. Ieri sera il Tribunale supremo di Madrid ha ordinato il carcere preventivo per la presidente del Parlament di Catalogna Carme Forcadell, con l’accusa di di ribellione e sedizione per il sostegno al referendum sull’indipendenza catalana.
Accusa già lanciata nei giorni scorsi contro l’ex governatore Carles Puigdemont, suo vice e altri 7 membri della Generalitat, che rischiano fino a 30 anni di carcere.
Prima notte in prigione per la presidente quindi, che per tornare alla libertà dovrà versare una cauzione di ben 150 mila euro. Una somma ingente rispetto agli altri deputati in arresto, chiamati a una cauzione di 25 mila euro ciascuno pagabili entro una settimana.
“Carme Forcadell va in prigione per avere permesso il dibattito democratico. Per avere consentito di parlare e di votare! Questa è la democrazia spagnola”, ha commentato Puigdemont su Twitter. L’ex governatore si è rifugiato a Bruxelles, dove attende il responso delle autorità belghe sul mandato di arresto internazionale con richiesta di estradizione, emesso dalla procura spagnola. Con lui, altri quattro ex ministri catalani.
Per non finire come Puigdemont, la Forcadell e i restanti membri dell’Ufficio di presidenza catalano hanno risposto con il pentimento, promettendo fedeltà alla legge spagnola. E già si inizia a parlare del primo tradimento. Prevedibile un effetto sulle reazioni degli elettori catalani, forse anche per questo la procura ha scelto di mantenere la “linea morbida” delle cauzioni. Unico a non rinnegare nulla, l’ex vicepresidente catalano Junqueras, che dal carcere mostra la sua fermezza e non accetta visite né aiuti dalla famiglia, sostenendo l’ingiustizia della sua condanna.
Intanto, Puigdemont ha annunciato dal Belgio di voler creare un “governo legittimo” nel suo esilio volontario, a sostegno degli indipendentisti per le elezioni del 21 dicembre. Molte le domande sul come e sul quando, che però non hanno smosso i governi europei né il premier spagnolo Mariano Rajoy, che continua con Puigdemont un braccio di ferro senza rese.
Quali saranno le prossime mossa?
Intanto la Spagna si prepara alle urne. Probabile buco nell’acqua la richiesta di Puigdemont di un partito indipendentista unico. Ancora nessun accordo per i tre principali partiti catalani – PdeCat, Erc e Cup – che dovranno scegliere se partecipare insieme entro la mezzanotte di mercoledì.
Uno scontro decisivo tra indipendentisti e unionisti, che definirà le sorti della Catalogna.