L’inchiesta andrà in onda domenica 15 dicembre, alle ore 20.30, su Rai 3.
Due problemi ambientali diversi, che coinvolgono lo stesso territorio, al centro della prossima puntata di Report, in onda domenica 15 dicembre alle 20.30 su Rai 3. Il territorio dei Castelli Romani è già interessato da una vera e propria crisi idrica, ed è anche destinato a ospitare il controverso termovalorizzatore di Santa Palomba.
Il caso del termovalorizzatore
Il termovalorizzatore che sorgerà in zona Santa Palomba, ai confini di diversi Comuni (Roma, Albano Laziale, Ardea e Pomezia), è considerato un’opera-chiave del Giubileo 2025, anche se non sarà pronto prima del 2027. E già questo fa sorgere dubbi sull’effettiva utilità dell’opera, che il sindaco Roberto Gualtieri, in qualità di commissario straordinario per il Giubileo, reputa indispensabile per non tornare al sistema delle discariche. I timori aumentano se si considerano le emissioni, tra quelle già presenti (a causa di alcuni capannoni industriali) e quelle future che verranno prodotte dalla combustione di 600mila tonnellate di rifiuti all’anno.
Nella zona di Santa Palomba, poi, ci sono anche varie aziende agricole, alcune delle quali con certificazioni biologiche, che non nascondono la loro preoccupazione. Un agricoltore locale, intervistato proprio da Report, si domanda: “Chi può garantire la compatibilità tra un’agricoltura sostenibile e un impianto di quelle dimensioni?“.
Non sono però queste le uniche criticità legate al progetto del termovalorizzatore. C’è anche la questione dell’acquisto dei terreni, circa dieci ettari complessivi: l’area sarebbe stata acquistata ad un prezzo che molti esperti ritengono troppo alto. Gli attivisti locali, che si battono contro il termovalorizzatore, a tal proposito suggeriscono di fare chiarezza sulle varie procedure di vendita di quei terreni.
Infine, c’è un aspetto che si ricollega direttamente alla crisi idrica nei Castelli Romani: il termovalorizzatore sorgerà proprio sopra la falda, in un momento decisamente delicato.
La crisi idrica e i laghi
Il lago Albano e quello di Nemi, due simboli della zona, sono da tempo sempre più in sofferenza. Il livello dell’acqua continua a calare sensibilmente, e insieme ad altri fattori sta contribuendo anche alla proliferazione di batteri nelle acque. Come aveva spiegato a TeleAmbiente l’attivista locale Roberto Salustri, il rischio concreto è che nel prossimo futuro i due laghi non saranno neanche più balneabili.
La crisi idrica che non risparmia i due laghi arriva da lontano e per cause diverse: prelievi idrici non regolamentati, cambiamenti climatici, fragilità geologica e pressione antropica (a cominciare dal consumo di suolo) sempre più insostenibile.