Neanche gli ultimi bonus edilizi sono intervenuti a sostegno delle aziende che realizzano case a basso consumo energetico. E pensare che una volta l’Italia era il secondo produttore di canapa industriale al mondo…
Case sostenibili grazie ai materiali, come i mattoni, realizzati con la lavorazione industrale della canapa. Un’innovazione che consente anche un notevole risparmio energetico ed economico, come dimostra il caso di un uomo della provincia di Biella, raccontato dalla trasmissione di Rai 3 ‘Indovina chi viene a cena’, condotta da Sabrina Giannini.
L’uomo spiega che, grazie alle capacità termoisolanti della canapa, riesce a combattere le rigide temperature invernali mantenendo la sua casa fresca d’estate e calda d’inverno. Inoltre, il ricorso al gas è minimo, grazie ai pannelli a raggi infrarossi che rappresentano un’alternativa eccellente ai comuni sistemi di riscaldamento o raffreddamento. La realizzazione della casa (escludendo le finiture interne) è costata in tutto circa mille euro al metro quadro.
Sono poche, ma grandi e floride, le aziende che in Italia lavorano la canapa a scopo edilizio. Tra queste c’è la Tecnocanapa di Montichiari (Brescia), che ha fornito materiale e realizzato centinaia di case in tutto il Paese. Gli affari vanno bene, ma potrebbero anche andare meglio, se non fosse per la guerra ideologica condotta da tempo contro la canapa. E pensare che fino agli anni ’60 l’Italia era il secondo produttore al mondo. Oggi, invece, la coltivazione è estremamente ridotta e in Europa è la Francia a farla da padrona.
Tra l’altro, i bonus edilizi come il Superbonus 110%, che hanno favorito l’espansione di tutto il settore, hanno penalizzato la produzione di canapa per la costruzione. “I bonus edilizi degli ultimi anni ci hanno messo i bastoni tra le ruote per vari motivi” – spiega Paolo Ronchetti, direttore commerciale di Tecnocanapa – “Il principale è che i criteri ambientali minimi hanno coperto solo i materiali sintetici e minerali, richiedendo l’introduzione di una componente di riciclato, ma senza menzionare i materiali naturali come i nostri“.