Secondo gli esperti, l’aumento del costo di diesel e benzina è dovuto, oltre alla reintroduzione delle accise, anche dai minori investimenti fatti dalle compagnie del fossile a causa dello stop alle auto inquinanti a partire dal 2035
Dopo la denuncia del Ministro Pichetto Fratin sulle speculazioni sui prezzi di diesel e benzina, la Procura di Roma ha aperto un’inchiesta con lo scopo di verificare le ragioni degli aumenti dei prezzi del carburante. Per capire, cioè, se questi siano dovuti soltanto al ritorno delle accise voluto dal governo Meloni o se ci siano altri motivi e se questi motivi siano leciti o meno. A indagare sono sia la Guardia di Finanza che il Garante per la sorveglianza dei prezzi.
Aumento di diesel e benzina, gli esperti: “Dovuto a diminuzione degli investimenti”
A partire dal 1 gennaio, con il ritorno dei circa 18 centesimi al litro di accise, i prezzi dei carburanti sono aumentati ma ben oltre la cifra attesa.
Secondo alcuni economisti, questo è dovuto anche all’aumento dei costi di raffinazione del petrolio. Secondo le previsioni, diesel e benzina potrebbero diventare sempre più care a causa dei minori investimenti sui combustibili fossili previsti dalle big company del petrolio in vista dello stop alla vendita di auto a diesel e benzina nell’ Unione europea previsto a partire dal 2035.
Agli italiani piace lo stop a diesel e benzina (ma non le auto elettriche)
Uno stop che, nonostante tutto, piace agli italiani. Secondo un sondaggio di SWG, ben 6 connazionali su 10 sono d’accordo con la decisione europea di vietare la vendita delle auto più inquinanti.
Un sì deciso che si scontra, però, con un altro dato: quello sulle immatricolazioni di auto elettriche. L’Italia, infatti, resta fanalino di coda nell’Unione europea. Ma rinnovare il nostro parco auto è ormai una necessità. Chissà che l’aumento dei prezzi dei carburanti possa essere la spinta che serva al Paese per farsi piacere la trazione elettrica.