Allevamenti intensivi, che impatto hanno sull’ambiente?

Secondo la FAO, nella seconda metà del Novecento il consumo globale di carne è aumentato di 5 volte, passando da 45 milioni di tonnellate all’anno nel 1950 a 233 milioni di tonnellate all’anno nel 2000 ed entro il 2050 si arriverà a 465 milioni di tonnellate.

La comunità scientifica internazionale ha accertato che la produzione industriale di carne ha un impatto maggiore sull’ambiente rispetto ad altri prodotti di derivazione vegetale, sia per quel che riguarda il cambiamento climatico si per la scarsità idrica.

Ma la produzione industriale di carne è anche tra le principali cause di deforestazione, erosione del suolo, inquinamento dell’aria e dell’acqua, perdita di biodiversità, ingiustizia sociale e diffusione delle malattie.

Per ogni kg di carne di maiale e pollame si produce una quota variabile che va dai 3,2 ai 4,6 chilogrammi di anidride carbonica equivalente (kg CO2eq), per ogni kg di filetto di manzo si arriva fino a 60 kg di CO2eq.

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Per produrre un kg di carne di pollo inoltre, sono necessari circa 4.300 litri di acqua, circa 6.000 per un kg di carne di maiale e 15.500 litri per un kg di carne bovina.

La crescita dei consumi non è equamente distribuita nel mondo.

Sa da una parte abbiamo nazioni ad alto reddito con un consumo statico o in calo come il Regno Unito, dall’altra ci sono Paesi ancora poveri dove il consumo di carne è rimasto basso e stabile paesi emergenti e a reddito medio (come la Cina e altre nazioni asiatiche), dove il fenomeno è in forte aumento: la scelta cade soprattutto su pollame e maiale.

Entro il 2050, secondo alcune proiezioni delle Nazioni Unite, il consumo globale di carne aumenterà del 76%: il consumo di pollo raddoppierà, quello di manzo crescerà del 69% e quello di suino del 42%.

Fornire ad una popolazione di 10 miliardi di persone le stesse quantità di carne attualmente consumate nella maggior parte delle nazioni ad alto reddito, avrà sicuramente effetti negativi sostanziali sull’ambiente.

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Solo gli allevamenti di animali da macello è responsabile del 15% del totale di tutte le emissioni di gas a effetto serra di origine antropica (anidride carbonica, metano, protossido di azoto).

Inoltre, aspetto forse meno citato, il settore è responsabile della perdita di biodiversità, perché foreste e aree incontaminate cedono il passo a terreni a uso agricolo, in cui coltivare mangimi da destinare al consumo animale.

Tutto ciò ha un impatto deleterio anche sulle risorse idriche: quasi un terzo del consumo d’acqua nelle attività umane è impiegato per l’allevamento di animali da carne, senza considerare le “cattive pratiche” che finiscono con l’inquinare le falde.