Carne coltivata, lo stop dell’Ue per violazione della procedura di notifica

Questa volta a imporre uno stop, che appare definitivo, è la Commissione europea, a causa della tempistica con cui la legge è stata presentata.

Ancora scontro sulla carne coltivata. Il testo è stato approvato dal nostro Paese prima del temine entro cui l’Europa avrebbe dovuto valutarlo, il 4 marzo 2024, rendendo la norma “disapplicabile”.

Con un decreto legge l’Italia, prima in Europa, ha bloccato la commercializzazione della carne ottenuta in laboratorio senza attendere che la Commissione si pronunciasse, il decreto non è mai diventato operativo proprio perché non poteva esserlo senza il parere europeo.

Come riportato dall’Ansa, in una comunicazione della Direzione Generale per il mercato unico della Commissione, il nostro Paese è stato sollecitato “a informarla del seguito dato all’iniziativa intrapresa anche alla luce della giurisprudenza pertinente della Corte di giustizia“. Il testo è stato quindi archiviato.

Nonostante tutto saluta con favore la notizia il ministro Lollobrigida che sottolinea come “Non ci sarà nessuna procedura di infrazione, né richiesta all’Italia di abrogare la legge. La Commissione chiede solo di essere informata sull’applicazione della legge da parte dei giudici nazionali.

Critiche le opposizioni che evidenziano come l’Italia abbia vietato qualcosa che ancora non esiste, con una norma che il Paese non è obbligato a rispettare. “Questo è un Ddl Lollobrigida ideologico e fuori dal tempo. La carne coltivata derivante da cellule offrirebbe una soluzione a diversi problemi correlati alla produzione della carne: sarebbe un prodotto che non lede il benessere animale, la sostenibilità ambientale, tanto più in un contesto di crisi climatica, e la sicurezza alimentare”, così commenta in una nota l’Oipa.