Una carbon tax su scala globale, da applicare ai paesi più ricchi e industrializzati e da ridistribuire in quelli più poveri. Una proposta ambientalista, ma anche sociale, che arriva dai climatologi tedeschi.
Una tassa globale sulle emissioni, da applicare ai paesi più ricchi e industrializzati, quindi anche più inquinanti, per poter ridistribuire le risorse tra i paesi più poveri e per proteggere l’ambiente. È questa la proposta, ambiziosa e forse utopica, dei climatologi del Potsdam Institute for Climate Impact Research, in Germania.
New study: a progressive redistribution of #emission pricing revenues & a fair international burden sharing – “Together, this could in fact turn the trade-off between #climateaction and #poverty eradication into a synergy,” says PIKs @BjoernSoergel.
👉https://t.co/ffPui7GOUX pic.twitter.com/0iHIjuSRkX— Potsdam Institute (@PIK_Climate) April 27, 2021
I ricercatori tedeschi ammettono che delle misure in favore del clima potrebbero avere delle ripercussioni in ambito economico, ma sono anche convinti che l’aumento dei prezzi dell’energia e del cibo potrebbero colpire specialmente i paesi più poveri, già di per sé più fragili di fronte al cambiamento climatico, come spiega Bjoern Soergel.
Il ricercatore tedesco è stato il coordinatore di uno studio, pubblicato su Nature Communications, in cui vengono esposte le ragioni di una simile proposta. Lo sviluppo socioeconomico attuale, secondo una stima degli scienziati di Potsdam, causerebbe entro il 2030 altri 350 milioni di persone in condizioni di povertà assoluta. La stima, tra l’altro, non tiene conto degli effetti della pandemia e di un eventuale peggioramento del cambiamento climatico. Secondo i ricercatori tedeschi, però, l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di limitare il riscaldamento globale di almeno 1,5°C potrebbe causare altri 50 milioni di persone in povertà estrema.
Climate policies can negatively impact those in poverty, but national redistribution of the carbon pricing revenues could compensate against this @BjoernSoergel @NB_PIK @PIK_climate https://t.co/Eo5rxJ4dqx pic.twitter.com/7encOpue7k
— Nature Communications (@NatureComms) April 27, 2021
“Per compensare questa nuova, potenziale disuguaglianza, bisogna combinare una tassazione sulle emissioni con una ridistribuzione per i paesi più poveri. Servirebbe un dividendo climatico a livello globale” – spiega ancora Bjoern Soergel – “Con una ‘carbon tax‘ su scala mondiale e con la ridistribuzione tra i paesi a medio e basso reddito, sarebbe possibile ridurre la povertà globale con sei milioni di poveri in meno entro il 2030. Una simile azione, tuttavia, permetterebbe di risolvere solo in minima parte la drammatica situazione dei paesi dell’Africa sub-Sahariana”.
National redistribution of the carbon pricing revenues could compensate against negative impacts caused by climate policies on those in poverty @BjoernSoergel @NB_PIK @PIK_climate https://t.co/Eo5rxIMC1X pic.twitter.com/bHJB9CR8Ah
— Nature Communications (@NatureComms) April 28, 2021
Per questo, Nico Bauer, co-autore dello studio, ha spiegato: “Per socializzare i costi della mitigazione del cambiamento climatico in modo equo, i paesi industrializzati dovrebbero compensare finanziariamente quelli in via di sviluppo. Per i paesi più ricchi basterebbe destinare una piccola parte, diciamo il 5%, ai paesi più poveri dell’Africa per poter annullare gli effetti più negativi delle misure di lotta al cambiamento climatico. La nostra proposta, per essere davvero efficace, non dovrebbe però fermarsi al 2030, ma andare ben oltre con lo scopo di sconfiggere la povertà“.