L’azienda Agricola Biodinamica ‘Amico Bio’ che, da Capua, esporta i suoi prodotti in Europa, propone il metodo steineriano come vero e proprio stile di vita. Asili, scuole e tanto altro, per una comunità a ‘ciclo chiuso’.
Amico Bio (fondata da Enrico Amico) era una piccola azienda di produzione agricola biologica nata 30 anni fa nell’alto casertano con base a Capua (Ce).
Oggi è diventata una delle più importanti aziende agricole biologiche e biodinamiche.
Una realtà che dà lavoro a 160 persone ed esporta i prodotti della sua terra, in alcuni dei principali Paesi europei (dalla Germania alla Svizzera, dall’Austria alla Finlandia).
Con le telecamere di Teleambiente siamo andati a Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta presso la sede dell’azienda agricola ‘Amico Bio’, un luogo dove si respira serenità, salute e natura.
Il titolare dell’attività, Enrico Amico ha raccontato la storia della sua ‘creatura’: “L’ azienda ‘Amico Bio’ nasce circa 30 anni fa da quella che era un’ azienda di famiglia, anche se i miei genitori si occupavano d’altro. Il nome ‘Amico Bio viene della famiglia, perché ‘Amico’ è il nostro cognome”.
“Da subito – ha riferito Enrico Amico – ci siamo occupati di agricoltura biologica e poi nel 2005 siamo passati all’ agricoltura biodinamica. Siamo specializzati nella produzione di ortaggi, ma anche di frutta. Per esempio le fragole, che proprio in questi giorni abbiamo iniziato a raccogliere”.
“Sono delle vere e proprie primizie – ha continuato – anche perchè usualmente si aspetterebbero un po’ più tardi, un po’ più avanti, ma le condizioni e i cambiamenti climatici di questi ultimi anni, fanno si che anche produzioni tipicamente primaverili, di aprile/maggio, iniziano ad arrivare anche con anticipo”.
Differenza tra agricoltura biologica e agricoltura biodinamica.
“Pochi sanno – ha detto Enrico Amico – che l’ agricoltura biologica nasce da quella biodinamica. In realtà proprio quest’anno ricorre il centenario dalla nascita dell’agricoltura biodinamica. È un sistema produttivo che si basa su delle teorie volute da
Steiner”.
“Un filosofo tedesco – ha ricordato sempre a Teleambiente– che, appunto 100 anni fa, cercò di spiegare come si poteva coltivare, cercando di raggiungere un obiettivo ben preciso che è quello dell’azienda ciclo chiuso. Portare, cioè, all’interno dell’azienda tutti quelli che sono i mezzi di produzione, per esempio il letame, motivo per cui noi abbiamo un allevamento”.
“Invece, quello che ci differenzia dall’azienda biologica – ha aggiunto Enrico Amico –
è che in quel caso si devono utilizzare solo sostanze naturali, ma possono essere acquistate dall’esterno”.
“Un’ azienda biodinamica – ha ribadito – non può essere tale se non c’è un allevamento alla base, proprio per raggiungere quello che viene definito ciclo chiuso. In questo caso di mucca di razza marchigiana che ci dà la possibilità di ottenere del letame, che dopo essere stato compostato, quindi dopo circa sei mesi, viene utilizzato nelle coltivazioni, nella nostra azienda, per la produzione di ortaggi”.
Quello che viene prodotto nell’azienda agricola: dalle fragole, all’insalata, passando il cavolo rapa che tra l’altro porta il nome, di Enrico, principalmente viene esportato all’estero.
“In effetti – ha spiegato ancora Enrico Amico, sempre a Teleambiente – la maggior parte, circa il 90% della nostra produzione, raggiunge i mercati esseri e questo è giustificato un po’ da una questione culturale. Il consumatore estero, tedesco, del centro-nord Europa, è molto più sensibile, perché ha un approccio culturale diverso rispetto all’alimentazione, rispetto al cibo di qualità e alla natura stessa”.
Il biodinamico come stile di vita. Ci sono degli asili, c’è una scuola. Il metodo
biodinamico coinvolge la vita, di chi ne fa parte, a 360 gradi.
“Il realtà – ha sottolineato Enrico Amico – il biodinamico anche in questo segna le differenze con gli altri metodi, con il biologico ed ancora di più, è chiaro, con il
convenzionale. Il biodinamico è un vero e proprio stile di vita”.
“Noi qui in azienda – ha concluso – abbiamo creato una vera e propria comunità, dove vivono circa 30 famiglie. C’è addirittura un asilo steineriano, dove ospitiamo, non solo i bimbi dei nostri collaboratori, ma anche famiglie dall’esterno, infatti si è costituita un’associazione, dove appunto le mamme gestiscono il nostro asilo”.
Nello speciale di Telambiente l’intervista integrale al titolare Enrico Amico con un focus sulla storia del ‘cavolo-rapa’ e sull’importanza della filiera.