Capodoglio. Sulla spiaggia di Cabo de Palos, nella regione spagnola della Murcia, a febbraio era stato trovato morto un capodoglio. Dopo l’autopsia è stato scoperto cosa ha ucciso l’animale: ingestione di rifiuti, principalmente plastica.
L’esemplare lungo 10 metri di una specie già a rischio d’estinzione, è stato ritrovato senza vita sul litorale, ma non si aveva idea di quale fosse esattamente la causa della morte. Il Centro faunistico di El Valle, dopo l’esame autoptico, ha scoperto cosa è successo: il capodoglio maschio aveva ingerito un’enorme quantità di plastica, pari quasi a 30kg, tale da danneggiare il suo apparato digestivo e causarne la sua morte. Un’infezione dell’addome dovuta dai detriti lo ha privato della vita. Aveva persino ingerito un enorme bidone di plastica, sacchi di rafia, boe, corde, pezzi di rete e immondizia di ogni tipo.
Il comportamento dell’uomo e la non curanza dell’ambiente circostante, continua a fare vittime e a distruggere l’ecosistema. La Murcia lancia una nuova campagna per fermare questo scempio e contro l’inquinamento da plastiche nei mari. Solo in Europa finiscono in mare tra le 150 e le 500mila tonnellate di rifiuti di plastica e per il 2050 le prospettive non sono delle migliori: negli oceani ci sarà più plastica che pesci. La campagna, con l’obiettivo di ripulire le spiagge e sensibilizzare i cittadini sui pericoli da monouso, proporrà anche 19 incontri e conferenze sul tema. “La presenza di plastica nei mari e negli oceani è una delle maggiori minacce alla conservazione della fauna selvatica in tutto il mondo. Molti animali sono intrappolati nella reti o ingeriscono grandi quantità di plastica fino a causare la loro morte come in questo caso” ha affermato Consuelo Rosauro, direttore generale dell’ambiente nel governo della Murcia.
E a testimoniare la gravità della situazione attuale è la presenza nel Pacifico di un’isola dove galleggiano 80 mila tonnellate di plastica che occupano un’area grande 23 volte la Francia: https://www.teleambiente.it/isola-di-plastica-pacifico-ocean-clean-up-dati/