Due morti orribili per mano dell’uomo: mamma e figlio intrappolati in una rete. Una femmina di oltre sei metri ha tentato di salvare il suo piccolo aggrovigliato nel sacco. Ma non c’è stato nulla da fare. E’ successo a otto miglia dalla costa dell’isola di Palmarola, vicino a Ponza:
Solo la scorsa settimana, sulle spiagge di Ostia, era stata ritrovata la carcassa di un cucciolo e da marzo sono stati otto i casi di spiaggiamenti lungo i litorali italiani. Adesso è toccato due capodogli, mamma e figlio, morti intrappolati da una reta da pesca vicino Ponza.
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L’ipotesi è che la mamma sia morta per liberare il figlio dalla rete e che alla fine sia rimasta impigliata anche lei. La rete da pesca era strappata e in parte impigliata nella bocca della madre. Mentre il corpo del piccolo era aggrovigliato nel sacco.
La segnalazione è arrivata dalla onlus Marevivo. La Guardia Costiera ha inviato sul posto una motovedetta che al suo arrivo ha potuto solo constatare la morte dei due animali.
“Ringraziamo la Guardia Costiera, con cui Marevivo collabora attivamente da anni, che ha svolto un’eccellente lavoro. Il dramma di questa mamma è un dramma di tutti noi – dichiara la presidente di Marevivo, Rosalba Giugni – La morte di due giganti del mare è già di per sé una perdita per il nostro patrimonio ecosistemico, ma sapere che questi cetacei sono morti a causa dell’uomo e in circostanze tanto strazianti rende l’accaduto ancora più grave. Non dobbiamo cambiare solo i nostri comportamenti, ma il nostro sistema di valori per capire e sentire davvero che il male che facciamo all’ambiente, lo facciamo a noi stessi”.
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