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California, il lato oscuro delle coltivazioni di cannabis

Nonostante la legalizzazione della cannabis del 2017, la California continua a combattere con la coltivazione illegale della marijuana. La vendita illegale di cannabis rappresenta un business da nove miliardi di dollari l’anno e non tiene conto dell’ambiente e della salute delle persone, utilizzando pesticidi nell’acqua potabile e uccidono migliaia di animali.

A due mesi dall’arresto di due uomini in una coltivazione illegale di marijuana sul suolo pubblico nella California del Nord, le autorità stanno valutando l’impatto e i costi per l’ambiente causati dalla piantagione, in un sito in cui gli alberi sono stati tagliati, le correnti d’acqua deviate e il terreno esposto a fertilizzanti e rodenticidi.

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Un gruppo composto da agenti forestali, polizia, scienziati e ambientali ha raggiunto l’area dove 9,000 piante di cannabis erano coltivate illegalmente, nella foresta conosciuta come Emerald Triangle, a causa della quantità di marijuana che vi è stata prodotta per decenni. Secondo le autorità la piantagione è stata creata nel 2015 come parte del commercio internazionale di droga.

Quando hanno fatto irruzione nella radura remota nei boschi il 9 settembre, gli agenti hanno scoperto quintali di marijuana coltivata, tonnellate di rifiuti e quasi 5 km di tubature per l’irrigazione.

Sono state trovate delle bottiglie di carbofurano, un neuro tossicante vietato usato per uccidere i roditori ma che è stato collegato anche alla morte di gufi, pesci e leoni di montagna. Un cucchiaino di questa sostanza può uccidere un orso di 130 kg.

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La vendita legale è cresciuta fino a raggiungere i 3 miliardi di dollari l’anno ma rimane ridotta rispetto ad una vendita illegale che raggiunge i 9 miliardi. Le risorse limitate a disposizione degli agenti non permettono di contrastare tutti i siti illegali esistenti, eredità degli anni in cui non esisteva ancora la vendita legale, dove la maggior parte della marijuana venduta negli USA proveniva dall’Emerald Triangle.

Secondo gli esperti i siti illegali, come quello trovato nel Shasta Trinity National Forest, a 100 miglia dal confine con l’Oregon, deviano l’acqua potabile, inquinano le fonti e mettono della marijuana potenzialmente contaminata nelle strade.

“Questi posti sono discariche tossiche. I container di cibo attirano la fauna, ma gli agenti chimici usati nella piantagione continuano ad uccidere gli animali anche dopo che il sito è stato abbandonato”, ha detto Rich McIntyre, direttore di Cannabis Removal on Public Lands Project (CROP), che si occupa di ripristinare i siti criminali confiscati, “pensiamo sia una bomba ad orologeria per la sanità pubblica”

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CROP è composto da organizzazioni per la conservazione, tribù, funzionari eletti, forze dell’ordine e gestori del territorio federali. Inoltre, fornisce aiutato all’industria della cannabis legale, che viene colpita dal mercato illegale. Secondo le stime, il 70% della marijuana illegale in California viene prodotta sui suoli pubblici.

“Il mercato illegale sta danneggiando i coltivatori legali e riducendo le entrate pubbliche – ha commentato Lindsay Robinson della California Cannabis Industry Association -vediamo cannabis irregolare e non testata diffondersi nel mercato”.

Il mercato nero della marijuana è potenzialmente pericoloso per le tracce degli agenti tossici spesso trovati nelle piantagioni illegali. Se ci sono piantagioni illegali vicino alla tua piantagione legale rischi che i pesticidi entrino in contatto con le tue piante, impedendoti di entrare nel mercato legale, commenta Robinson.

Secondo CROP circa 34 miliardi di litri di acqua vengono deviati verso le coltivazioni illegali ogni anno, una cifra equivalente al consumo di acqua in una città di 35,000 abitazioni.

“In uno stato come la California, dove si lotta per l’acqua e per la siccità, questo numero è impressionante”, ha commentato McIntyre. Più del 60% dell’acqua della California viene dalle foreste. Le autorità nel 2018 hanno portato a termine dozzine di arresti.

“I criminali spesso hanno a disposizione armi per proteggere le loro operazioni. Ci sono storie di persone, cacciatori, pescatori, escursionisti, che si sono trovati sotto raffiche di Ak-47, dopo essersi imbattuti in piantagioni illegali”.

Gli agenti chimici sono stati rimossi dal sito Shasta il 16 ottobre, mentre una pulizia completa dell’area dovrebbe avvenire entro un anno. L’obiettivo è rendere di nuovo il terreno ottimale per la semina e la piantagione ma i fondi non sono abbastanza.

CROP sta facendo pressioni per ottenere fondi federali e dallo Stato per pulire oltre 2,000 siti, un processo che durerà dai sette ai dieci anni. Inoltre, sta chiedendo di aumentare il numero dei ranger nei parchi nazionali della California. Pulire un sito costa circa $40,000, necessitando di agenti addestrati, forze dell’ordine e spesso il supporto aereo della Guardia Nazionale per rimuovere tonnellate di rifiuti da aree remote.

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Il gruppo sostiene il deputato democratico Jared Huffman, il cui distretto della California del Nord comprende la maggior parte di queste piantagioni: “Abbiamo visto con le nostre mani che minaccia rappresentano queste piantagioni, contaminano le tubature, uccidono gli animali su vasta scala”, ha dichiarato alla stampa.

Il CROP sta inoltre spingendo per aumentare le pene per chi introduce agenti chimici sui suoli pubblici. Il procuratore Scott McGregor ha detto lo scorso anno che le autorità federali stanno concentrando i loro sforzi sulla crescita illegale. Nel 2018 ogni 10 piantagioni in cui gli agenti hanno fatto irruzione, nove contenevano tracce di carbofurano secondo i ricercatori dell’Integral Ecology Research Center. Un aumento del 75% rispetto al 2017 e di sei volte più alto rispetto alle operazioni del 2012.