Canapa industriale, un appello per ritirare l’emendamento al Ddl Sicurezza

“Fermate l’emendamento contro la canapa industriale”. L’articolo 18 del ddl Sicurezza rischia di distruggere l’intero comparto della canapa industriale italiana.

Non approvare l’articolo 18 del Ddl Sicurezza che modifica la Legge sulla canapa industriale e che rischia di distruggere l’intero comparto.

È questo l’appello lanciato Federcanapa, AssoCanapa, Canapa Sativa talia, Chimica Verde Bionet, EcoFuturo, Itabia, Kyoto Club, Legambiente in conferenza stampa alla Camera dei Deputati con l’On. Riccardo Magi.

“La follia del Governo Meloni rischia di distruggere questo settore. Una filiera italiana con migliaia di occupati, molto spesso giovani, ragazze e ragazzi. Un danno enorme e tutto per un approccio ideologico che viene direttamente da Palazzo Chigi. Il tutto per lo stigma della parola canapa, della parola a cannabis. Ricordiamo – afferma l’On. Riccardo Magi, deputato di +Europa – che parliamo di un prodotto, parliamo di una pianta, in questo caso, che non ha alcun effetto psicotropo”.

“La legge integrata dall’emendamento del Governo va contro ogni evidenza scientifica e rischia di fare un danno grosso. Un danno a cittadini che hanno investito mentre il mondo va nell’altra direzione – ha aggiunto Magi – le democrazie più avanzate vanno nell’altra direzione, cioè addirittura regolamentando anche la cannabis a contenuto di THC più alto. Noi come Italia stiamo sprofondando da un punto di vista della civiltà giuridica, ma anche ripeto da un punto di vista delle opportunità economiche che neghiamo ai nostri cittadini”.

Il provvedimento vieta ogni attività di lavorazione, trasporto e consegna delle infiorescenze e anche di prodotti contenenti tali infiorescenze, rendendo passiva di reato penale ogni attività industriale relativa alla canapa da estrazione, in particolare la produzione di derivati da Cbd.

Un mercato in forte espansione (+15% previsto nei prossimi 7 anni), proprio grazie al fatto che molti governi europei negli ultimi anni hanno riconosciuto legale l’estrazione dal fiore di canapa industriale del CBD e degli altri princìpi attivi non stupefacenti.

Inoltre – ricordano in conferenza stampa – la normativa non impedirebbe la commercializzazione di questi prodotti in Italia, in quanto divieto di commercializzare il CBD legalmente prodotto in un altro Stato membro” costituisce una violazione degli articoli 34 e 36 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), ossia della libera circolazione dei prodotti tra uno Stato membro e l’altro.

“La canapa è una pianta straordinaria, in tutte le sue parti, infiorescenze soprattutto – ha aggiunto Beppe Croce, presidente di Federcanapastiamo parlando di canapa industriale non di marijuana, perché ha degli effetti ambientali notevoli sui terreni in cui viene coltivata e soprattutto ha degli effetti salutistici, grazie alle straordinarie sostanze attive che sono presenti nel fiore di canapa industriale dove il principio della Marijuana, il cosiddetto THC è a livelli minimi, ma dove sono presenti altri cannabinoidi, i terpeni, che molto studi dimostrano abbiano notevoli qualità sia terapeutiche che anche salutistiche nel senso di migliorare il benessere, di essere lenitive come cosmetici, favorire il riposo. Quindi, mettere al bando il fiore di canapa industriale, significa mettere al bando oltre metà della pianta in maniera ingiustificata ed in maniera opposta a quello che sta venendo in quasi tutta Europa”.