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Cambiamenti climatici, ecco perché stiamo perdendo la sfida

Cambiamenti climatici. Trattative sul clima, fiumi di parole, promesse e impegni. Tutto questo in teoria.


Gli obiettivi enunciati dal protocollo di Parigi del dicembre 2015 sui cambiamenti climatici stanno sostanzialmente fallendo.

Ce lo dimostra, dati alla mano, il nuovo lavoro sui cambiamenti climatici di Alessandro Farruggia.

Da un lato interessi potenti che remano contro, dall’altro, la mancanza totale di volontà politica.

Il riscaldamento globale è, per la maggior parte, dovuto all’aumento delle concentrazioni di gas a effetto serra nell’atmosfera dovuto alle emissioni antropogeniche.

Per mitigare il cambiamento climatico, dobbiamo ridurre o evitare queste emissioni.

Tutti, tranne i negazionisti, concordano.

Greta Thunberg a Torino con i ragazzi di Fridays For Future

Al fine di evitare le conseguenze più gravi del cambiamento climatico, i paesi sottoscrittori della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici hanno concordato di limitare al di sotto dei 2 °C , possibilmente entro 1,5 °C, l’aumento della temperatura superficiale media globale rispetto al periodo preindustriale.

Per conseguire tale obiettivo, le emissioni globali di gas a effetto serra dovrebbero, entro il 2050, essere ridotte del 50% rispetto ai livelli del 1990, per poi raggiungere, entro la fine del secolo, la neutralità carbonica .

Tutto questo, in teoria. Vogliono illuderci.

Non riusciremo a stare entro i due gradi, figurarsi un grado e mezzo.

Gli obiettivi enunciati del protocollo di Parigi del dicembre 2015 si sciolgono come neve al sole vista la crescita delle emissioni.

Nei giorni scorsi la Camera ha dato il via libera definitivo al Dl Clima, primo atto normativo del Governo che inaugura il Green New Deal, recependo la direttiva europea sulla qualità dell’aria e sul contrasto al cambiamento climatico.

Dl Clima. Con 261 voti favorevoli, 178 voti contrari e 5 astenuti, la Camera dei Deputati dà il via libera definitivo al decreto legge Clima.

Un primo passo, importante, ma che non è abbastanza. Il governo italiano, così come quelli del resto del mondo, su questo tema devono avere più coraggio.

Per Farruggia, “solo un movimento dal basso – come quello promosso da Greta, ma non solo – può cambiare le cose. I governi non lo faranno. Ma senza volontà politica dovremo cercare di adattarci a un mondo molto più caldo. Ecco come sarà il mondo nel 2050. E nel 2100. E quali paesi e quali settori perderanno di più. Perché conoscere è essenziale per decidere di mobilitarsi e pretendere azioni vere contro i cambiamenti climatici”.