“Siamo estremamente soddisfatti e felici” – è il commento dei rappresentanti delle quattro Ong (Notre affaire à tous, Greenpeace France, Fondation Nicolas Hulot e Oxfam France) all’uscita del Tribunale amministrativo di Parigi, al termine della prima udienza del processo contro lo stato francese, accusato di non fare abbastanza per ridurre i gas serra, e quindi di non rispettare gli impegni presi con l’Accordo di Parigi sul clima del 2015.
Nel 2018, le quattro associazioni ambientaliste avevano raccolto 2,3 milioni di firme per una petizione al governo francese, intitolata “L’affaire du siecle”, in cui chiedevano di fare di più contro il cambiamento climatico.
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La risposta dell’Esecutivo però non ha soddisfatto le richieste delle Ong che hanno così deciso di intentare una causa legale presso il tribunale amministrativo per inazione climatica da parte dello Stato Francese.
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La sentenza è attesa fra due settimane, ma giovedì scorso – nel corso della prima udienza – il magistrato incaricato di effettuare le indagini e di redigere un rapporto da consegnare al tribunale amministrativo che dovrà emettere sentenza, si è schierato nettamente dalla parte dell’azione legale intrapresa dalle Ong e dei 2,3 milioni di persone che hanno sostenuto la petizione.
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“Il progetto di legge sul clima – spiegano le associazioni ambientaliste – non permetterà di raggiungere l’obiettivo di una riduzione di almeno il 40% delle emissioni nel 2030 in rapporto al 1990, e quindi ancora meno il nuovo obiettivo europeo di una riduzione di almeno il 55% nel 2030″.
Per questo, il procuratore pubblico, Amélie Fort-Besnard, ha chiesto al Tribunale di riconoscere l’inadempienza dello Stato e di assegnare un indennizzo simbolico di 1 euro a ciascuna delle ong ricorrenti.