Il 2024 è stato un anno complesso dal punto di vista climatico anche a causa dei tanti giorni di “calore pericoloso” registrati.
La fine dell’anno si sta avvicinando ed è tempo di bilanci, anche dal punto di vista climatico. Gli scienziati del World Weather Attribution e del think tank climatico Climate Central, hanno pubblicato un report che analizza le anomalie climatiche del 2024. A partire proprio dalle giornate di calore estremo.
Secondo gli scienziati che hanno condotto la ricerca, il cambiamento climatico ha aggiunto mediamente 41 giorni di calore estremo a livello globale, mettendo a rischio la salute delle persone.
Dopo aver analizzato le temperature registrate tra il 1991 e il 2020 per stabilire una soglia locale, confrontandole con le misurazioni raccolte nel 2024, i ricercatori hanno calcolato che l’anno in corso ha visto l’aggiunta di 41 giorni “extra” di condizioni di calore pericoloso.
Il giorno in media più caldo sul Pianeta nel 2024 è stato il 22 luglio quando 5,3 miliardi di persone erano sottoposte a temperature ritenute dagli scienziati “eccessivamente elevate”.
Calore pericoloso, un problema globale
Il 2024 è stato un anno segnato da eventi climatici estremi: ondate di calore, incendi, tempeste e inondazioni hanno devastato intere regioni in ogni parte del mondo.
Questo clima estremo (che ormai stiamo imparando a conoscere anche in Italia) è una delle conseguenze del riscaldamento globale causato dall’essere umano. Un aumento delle temperature globali che ha già raggiunto la soglia di + 1,3°C rispetto ai livelli preindustriali a livello sistemico e che proprio nel 2024 ha toccato per la prima volta la soglia degli 1,5°C, quella che il mondo intero si era impegnato a non superare per evitare le conseguenze peggiori del cambiamento climatico.
Conseguenze che quest’anno non sono mancate. Sono circa 3700 i decessi direttamente collegati al cambiamento climatico e il calore estremo è il tipo di evento climatico più mortale.
In luoghi come il Mali, temperature vicine ai 50°C hanno causato un aumento dei decessi, mettendo in crisi i sistemi sanitari.
Eppure in tutte le regioni del mondo alle prese con ondate di calore sempre più consistenti, i pericoli legati alle temperature sempre più alte vengono sottovalutati.
Calore pericoloso e combustibili fossili
L’aumento delle ondate di calore è una delle conseguenze del riscaldamento globale causato dai combustibili fossili.
L’utilizzo da parte dell’essere umano di petrolio, gas e carbone per generare elettricità, per far muovere auto, navi e aerei e in generale per tutte le attività umane che ne prevedono l’utilizzo provoca emissioni di gas serra (come la CO2 e il metano).
L’alta concentrazione di questi gas nell’atmosfera comporta un aumento delle temperature medie globali e provoca i cambiamenti climatici che stiamo conoscendo.
Ma come ha sottolineato il rapporto del World Weather Attribution, nonostante gli accordi internazionali per una transizione verso le energie rinnovabili, nuovi giacimenti di combustibili fossili continuano a essere aperti, mettendo a rischio il raggiungimento dell’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C.
Per affrontare il problema del calore pericoloso e degli eventi climatici estremi, il rapporto propone azioni concrete:
- Transizione energetica accelerata: Investire nelle energie rinnovabili per ridurre le emissioni di gas serra.
- Sistemi di allerta precoce: Implementare avvisi tempestivi per proteggere le comunità vulnerabili.
- Finanziamenti ai Paesi in via di sviluppo: Fornire risorse per adattarsi agli impatti climatici e costruire infrastrutture resilienti.
- Monitoraggio sanitario in tempo reale: Raccogliere dati sull’impatto del calore sulla salute per prevenire decessi evitabili.
2024 is locked in to be Earth’s hottest year on record, following 2023’s previous record.
Climate change is boosting sea surface temperatures, making hurricanes stronger, and shortening time between billion-dollar disasters.
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— Climate Central (@ClimateCentral) December 26, 2024