In questo numero del Tg Ambiente, realizzato in collaborazione con Italpress: 1) Nel 2100 1/5 dell’umanità a rischio per il caldo ‘mortale’; 2) Pnrr, 115 milioni per il riciclo della plastica; 3) Economia circolare, Italia ancora leader in Ue; 4) Come si comunica la crisi climatica, aziende e giornalisti a confronto

 

In questo numero del Tg Ambiente, realizzato in collaborazione con Italpress:

1) Nel 2100 1/5 dell’umanità a rischio per il caldo ‘mortale’: Se i governi non agiranno, mettendo in campo soluzioni per contrastare il riscaldamento globale, più di un quinto dell’umanità sarà esposto ad un caldo estremo, potenzialmente mortale entro la fine del secolo. Secondo lo studio condotto da alcuni ricercatori dell’Università Britannica di Exeter, la temperatura della superficie terrestre è destinata ad aumentare di 2,7°C entro il 2100 rispetto all’era preindustriale, il che dovrebbe spingere più di 2 miliardi di persone – il 22% della popolazione mondiale – fuori dalla zona climatica di comfort che ha permesso all’umanità di prosperare per millenni. L’India (600 milioni), la Nigeria (300 milioni) e l‘Indonesia (100 milioni) sono i Paesi con il maggior numero di persone che potrebbero affrontare un caldo mortale in questo scenario. Limitare il riscaldamento a 1,5°C, l’obiettivo dell’accordo di Parigi del 2015 – hanno spiegato gli autori dello studio – ridurrebbe il numero di persone a rischio a meno di mezzo miliardo.  “Per ogni 0,1°C di riscaldamento in più rispetto ai livelli attuali, 140 milioni di persone in più saranno esposte a un caldo pericoloso”. Il mondo – ha concluso la ricerca – sta già sperimentando un riscaldamento vicino a 1,2°C a causa dell’attività umana, in particolare dell’uso di combustibili fossili (carbone, petrolio, gas), con una serie di disastri: ondate di calore, siccità, ed incendi boschivi.

2) Pnrr, 115 milioni per il riciclo della plastica: Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica finanzia con 115 milioni di euro 75 nuovi progetti di realizzazione di impianti di riciclo dei rifiuti plastici, compresi quelli recuperati dal mare. Il Dipartimento Sviluppo Sostenibile del Ministero ha approvato infatti il decreto di concessione dei contributi ai progetti “faro” di Economia Circolare per il riciclo della plastica, una specifica linea di intervento del Pnrr.

3) Economia circolare, Italia ancora leader in Ue: Tra le prime cinque economie dell’Unione europea, l’Italia resta il Paese più circolare anche se negli ultimi anni ha iniziato a perdere posizioni. Nel 2021, il tasso di utilizzo circolare dei materiali in Italia è pari al 18,4%, il più alto della media Ue (11,7%), in calo rispetto al 20,6% del 2020 e al 19,5% del 2019. Sono alcuni dei dati della quinta edizione del Rapporto nazionale sull’economia circolare, realizzato dal Circular economy network, in collaborazione con Enea e con il patrocinio della Commissione Europea, del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e del ministero delle Imprese e del Made in Italy. Nella classifica complessiva della circolarità delle cinque principali economie europee (Italia, Germania, Francia, Spagna e Polonia) restiamo dunque leader, seguiti dalla Spagna che sta tenendo un ritmo di cambiamento più veloce dell’Italia. Il Rapporto contiene anche alcune proposte ritenute prioritarie per concretizzare la Strategia Nazionale per l’Economia Circolare (in fase di attuazione). Fra queste: l’attento recepimento delle normative europee in materia di eco-design e prodotti sostenibili; lo sviluppo dell’economia circolare delle cosiddette “materie prime critiche” essenziali nell’ambito delle transizioni energetica e digitale; la realizzazione dei progetti di Circular Economy finanziati con le risorse del PNRR; il rafforzamento delle misure di circolarità e di prevenzione della produzione dei rifiuti; il recupero dei ritardi territoriali nella raccolta dei RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche); il miglioramento della normativa sull’End of Waste.

4) Come si comunica la crisi climatica, aziende e giornalisti a confronto: Raccontare un periodo di cambiamento epocale a livello ambientale, arrivando al pubblico in maniera comprensibile: questo il tema al centro dell’evento “Aziende e giornalisti a confronto, come si comunica la crisi climatica” che si è svolto a Milano.

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