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Caccia, ritirato il ddl di Fdi. Oipa: “Testo da brividi”

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Armi ai 16enni, calendario ed elenco delle specie cacciabili allargati, più poteri alle Regioni e meno all’Ispra. 

Dopo le prime polemiche, è stato ritirato il disegno di legge di un senatore di Fratelli d’Italia, Bartolomeo Amidei, che punta a modificare la legge sulla caccia 157/1992 allentando una lunga serie di restrizioni. Il testo del ddl, composto di 17 articoli, è stato scritto dal senatore di Fdi appartenente alla Commissione Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare.

Ufficialmente, il ddl è stato ritirato su richiesta di Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, poiché il testo non sarebbe stato concordato con il governo. Il passo indietro di Bartolomeo Amidei, però, non è definitivo: il senatore di Fdi ha spiegato che “il tema dovrà essere più opportunamente trattato in un quadro di revisione complessiva della materia“. Anche per questo l’Oipa, che ha criticato il testo del ddl, assicura che verrà mantenuta alta la guardia in futuro.

La bozza, nonostante il parziale passo indietro, aveva fatto molto discutere: ecco i punti più critici.

La caccia anche per i 16enni

In primis, l’estensione della possibilità di cacciare anche ai sedicenni. “Consentita l’attività venatoria ai soggetti che abbiano compiuto il sedicesimo anno di età” – si legge nell’articolo 5 del testo – “A condizione che presentino, insieme alla richiesta di autorizzazione alla pratica dell’attività venatoria, anche il consenso scritto di coloro che esercitano sul minore la responsabilità genitoriale“.

Più poteri alle Regioni e ai cacciatori

L’articolo 1 del testo, invece, consentirebbe di dotare le Regioni di più poteri. In particolare, “il diritto di dotarsi degli Istituti regionali per la fauna selvatica, coordinati nella loro attività dall’Ispra” e “la possibilità di catturare e detenere per l’utilizzo a fini di richiamo tutte le specie cacciabili e non solo le dieci (poi ridotte a sette) previste dalla legge“.

Il ruolo dell’Ispra 

L’articolo 3 del ddl che Fdi potrebbe far approvare sulla caccia coinvolge anche l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Che tornerebbe sotto la diretta vigilanza della Presidenza del Consiglio, mentre attualmente l’Ispra è posta sotto vigilanza del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica.

Il ruolo della Conferenza Stato-Regioni 

L’articolo 4, invece, ribadisce che la percentuale di territorio agro-silvo-pastorale da precludere alla caccia non deve superare il 30% (il 20% nelle Alpi). Ma poi rimanda tutto agli accordi in sede di Conferenza Stato-Regioni: “Nell’ambito delle rispettive competenze, riperimetrare le aree protette e riportarle alla percentuale prevista dalla legge, inserendo le aree demanili nelle programmazione faunistico-venatoria“.

Calendario caccia allargato e più specie cacciabili 

Un altro grande favore ai cacciatori arriverebbe poi dall’articolo 10 del testo. Che estende il calendario della caccia per periodi e per specie (come avviene in Europa), “prevedendo un arco temporale massimo che va dalla prima decade di settembre alla terza decade di febbraio, ma con la possibilità per le Regioni di anticipare l’apertura per alcune specie alla terza decade di agosto“. Si punta anche ad allargare l’elenco delle specie cacciabili, come le oche e il piccione selvatico, “dal momento che la loro cacciabilità nel nostro Paese è esplicitamente consentita dall’Unione europea“. E in questo caso, Bruxelles come per magia non è più il nemico assoluto della destra nostrana.

Oipa: “Testo da brividi” 

Un testo da brividi“. Così lo definisce, senza mezzi termini, l’Organizzazione internazionale protezione animali.
Indietro tutta. Si va dalle armi ai sedicenni alla deregolamentazione dell’attività dal punto di vista territoriale e temporale, alla liberalizzazione dei richiami vivi” – il commento dell’Oipa – “Tutto questo in spregio anche dell’articolo 9 della Costituzione che tutela la biodiversità“.

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