È partito a Merano il primo test sul nuovo autobus a guida autonoma, grazie a sensori gps, webcam e intelligenza artificiale. Il tutto rispettando l’ambiente: il bus infatti è 100% elettrico.
Inizia ufficialmente il futuro per i trasporti su strada, partendo da Merano.
Prenderà ufficialmente servizio lunedì infatti il primo servizio di trasporto pubblico totalmente automatico e 100% elettrico,offrendo un assaggio di futuro per un’intera settimana agli abitanti del centro dell’Alto Adige, primo comune italiano ad aprire al pubblico un test del genere.
Il piccolo bus della Navaya, costruito in Francia, procede a circa 25 chilometri all’ora sotto la pioggia fredda costeggiando il fiume Passirio. Niente volante, nè pedaliera. A controllarne le funzioni un operatore con in mano un joypad, quello di una console per videogame, che interviene di tanto in tanto mentre il veicolo memorizza il percorso attraverso radar e sensori.
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“Il margine di errore sarà di appena un centimetro quando acquisirà l’esatta conformazione della strada». A bordo il sindaco Paul Rosch scherza: ne vorrebbe uno tutto per sè . Una volta impostato, attraverso un’app, lo si può infatti richiamare secondo le esigenze. Può anche memorizzare i passeggeri con disabilità e automaticamente disporre la pedana per farli salire. Mobilità pubblica su misura”, sottolinea Madeleine Rohrer,assessore all’Urbanistica e alla Mobilità di Merano anche se non esattamente a portata di mano. O almeno non ancora.
In ogni viaggio ci saranno due tecnici pronti sia a intervenire sul mezzo grazie a un joystick sia a spiegare le funzionalità. «Il mezzo è totalmente elettrico — spiega a bordo Roberto Maldacea, Ceo dell’azienda che importa i minibus della francese Navaya — ha nove ore di autonomia e si ricarica in quattro. Può raggiungere i 45 chilometri orari di velocità ma la limitiamo a 25 come da convenzione internazionale per questi veicoli».
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Si “accorge” di un pedone grazie a una serie di sensori, si allarga e prosegue la sua corsa guidata da 17 satelliti e dal Gps. Poi, affronta una curva a gomito senza incertezze e si ferma per far scendere i passeggeri. “Dopo aver memorizzato il percorso, il margine di errore è di un centimetro — dice Maldacea — e ed è in grado di leggere i cartelli stradali e reagire ai pericoli: anche a un cappello che vola all’improvviso. Di imprevisti come questi, in 1,5 milioni di chilometri percorsi nei test già svolti in Europa, ne sono capitati ma mai uno scontro con altri mezzi o feriti fra i 500mila passeggeri”.
La scelta di Merano la spiega il sindaco Paul Rösch: “Sogno che si possa lasciare l’auto a casa e scegliere fra bike sharing, car pooling o autobus senza conducente. Iniziamo il test grazie al progetto Mentor, finanziato con 1,5 milioni di euro da un programma di cooperazione europea Italia-Svizzera, e ai partner Noi Techpark, il polo dell’innovazione dell’Alto Adige, Sasa (Mobilità) e PostAuto. L’obiettivo è quello di far interrogare la città se avere questi bus, prima di comprarli”.
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Il costo? È di 300 mila euro ma il noleggio a lungo termine con il servizio di gestione dei dati è l’opzione più frequente dei clienti. Presto la targhetta «vietato parlare al conducente» potrebbe essere preistoria.