
Il senatore Bruno Astorre commenta la vittoria del Pd alle ultime amministrative a Roma ma anche della riconferma di Nicola Zingaretti come presidente della Regione. A TeleAmbiente, il segretario regionale dei ‘dem’ del Lazio parla di un vero e proprio ‘modello’.
“La vittoria di Zingaretti nel 2018 fu epica perché per la prima volta un presidente di Regione veniva riconfermato, tra l’altro in un momento drammatico per il Partito Democratico. In quelle stesse elezioni, alle politiche, con Renzi segretario, il partito subì un’emorragia fortissima di voti a favore dei 5 Stelle. Su Gualtieri invece il discorso è più nazionale, perché anche in altre città le candidature del Pd sono state riconosciute dagli elettori come più autorevoli. La vittoria di Gualtieri è più legata alla capacità della persona, anche se al primo turno il risultato era stato ristretto” – spiega Bruno Astorre – “Decisivo per la vittoria è stato il rinnovamento del Pd romano, con tanti consiglieri municipali e comunali che sono neo-eletti. L’esperienza di altre elezioni, comprese quelle all’estero o il referendum sulla Brexit, dimostra che nelle grandi città il voto è più consapevole e che anche all’interno delle città, nelle periferie anche benestanti, si finisce per scegliere il voto di protesta o per il sovranismo e per il centro-sinistra la partita diventa più difficile. Per tutte le periferie sono necessari i servizi che migliorano la qualità della vita, dai trasporti alla cultura, passando per la pulizia delle strade. Solo così si potrà avere un voto più consapevole“.
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Il senatore Pd poi aggiunge: “Il rapporto di ricucitura tra il centro e le periferie, a Roma, è ancora tutto da costruire ed è uno degli obiettivi principali della giunta Gualtieri. A Roma la spaccatura tra il centro e le periferie, dal punto di vista elettorale, è molto più marcata che in altre città. Dobbiamo anche considerare l’estensione territoriale e la popolazione di Roma, non paragonabili a quelle di altri capoluoghi di provincia“.