Secondo il gigante dei combustibili fossili, la crisi energetica ha spinto a una crescita di fonti di energia rinnovabili e quindi a un taglio delle domande di gas e petrolio nel prossimo decennio. Da qui la decisione di estrarne di meno. Una notizia buona ma non ottima. Ecco perché
La crisi energetica e quella climatica hanno spinto sempre più governi, aziende e famiglie a investire sulle energie rinnovabili. Per questo la quantità di combustibili fossili come gas e petrolio che serviranno nei prossimi decenni è minore di quanto si pensasse solo un paio di anni fa.
A dirlo è una compagnia che con il petrolio e il gas fa affari da capogiro: il gigante dei fossili British Petroleum.
BP: “Taglieremo le estrazioni di gas e petrolio”
La compagnia petrolifera ha aggiornato le sue previsioni sulle domande di combustibili da qui al 2035 abbassando del 5% la previsione sulla domanda di petrolio e del 6% su quella di gas naturale.
Di conseguenza – fanno sapere dai piani alti della BP – diminuiranno proporzionalmente anche i piani di espansione della produzione.
Taglio della produzione di gas e petrolio: buona notizia (ma non è abbastanza)
Una notizia buona ma non ottima perché, sebbene il calo della domanda sia un fattore positivo nella lotta ai cambiamenti climatici, secondo la British Petroleum da qui a dieci anni la quantità di petrolio e gas utilizzato sarà ancora altissima.
Più alta di quanto possiamo permetterci. Secondo i climatologi se vogliamo evitare un riscaldamento globale superiore a 1,5 gradi, il nostro bilancio di carbonio rimanente è di appena 500 gigatonnellate. La sola British Petroleum prevede di produrne e venderne un decimo all’anno da qui al 2030. E le altre non sono da meno.