
Il caso della portaerei São Paulo: neanche la Turchia aveva voluto smantellarla per timore dell’impatto su ambiente e salute.
Polemica furente in Brasile, dove la Marina ha deciso di affondare, nel bel mezzo dell’Atlantico, una nave piena di amianto e altri rifiuti tossici. Si tratta di una portaerei dismessa, originariamente chiamata Foch e costruita in Francia: la Marina transalpina la utilizzò dal 1963 al 2000, poi fu venduta al Brasile. Cinque anni dopo, un incendio a bordo danneggiò gravemente la nave, che nel frattempo era stata ribattezzata São Paulo.
Essa imagem é da manhã de hoje e suas coordenadas indicam que o porta-aviões permanecia, até então, no mesmo local onde se encontrava nos últimos dias. pic.twitter.com/gcV25o1pU6
— Greenpeace Brasil (@GreenpeaceBR) February 4, 2023
Realizzata quasi interamente in amianto negli anni ’50, dopo l’incendio la nave sprigionò un’enorme quantità di gas tossici. E dopo oltre un decennio senza essere utilizzata, si era posto il problema del suo smaltimento. La nave doveva essere smaltita in gran parte in Turchia, ma nella scorsa estate il Ministero dell’Ambiente di Ankara aveva bloccato tutto a causa della scarsa chiarezza nella documentazione riguardante la São Paulo. Per gli ispettori brasiliani, la quantità di amianto da smaltire ammontava a circa 10 tonnellate, ma secondo la Turchia sarebbe decisamente sottostimata. Tra l’altro, a causa dei gas tossici presenti in alcuni ambienti della nave, è impossibile fare una stima davvero precisa.
Segundo levantamentos feitos, o porta-aviões possuía cerca de 9,6 TONELADAS de amianto, além de outras substâncias tóxicas e prejudiciais à saúde.
— Greenpeace Brasil (@GreenpeaceBR) February 4, 2023
Alla fine, la nave era tornata in Brasile, ma nessun porto, nel timore di una possibile contaminazione ambientale, si era detto disponibile a farla attraccare. Tantomeno la Marina, nelle proprie infrastrutture, aveva voluto stabilire la nave. Che così, per mesi, ha iniziato a vagare costantemente al largo delle coste brasiliane. C’era infatti il rischio che la nave potesse affondare da un momento all’altro e per questo era stata portata a 300 km dalla costa. Secondo la Marina, la portaerei sarebbe affondata nel giro di un mese e per questo si è scelto l’abbattimento controllato, ma nel bel mezzo dell’Atlantico.
Sobre o afundamento, nosso Diretor de Campanhas Leandro Ramos, disse “Havia medidas concretas e ambientalmente responsáveis que poderiam ter sido adotadas mas, mais uma vez, a importância de proteger os oceanos, que são vitais para a vida no planeta, foi negligenciada”
— Greenpeace Brasil (@GreenpeaceBR) February 4, 2023
Inevitabili le proteste delle associazioni ambientaliste. “Ancora una volta la protezione degli oceani è stata trascurata. La nave São Paulo è stata fatta affondare a circa 350 km dalle coste. Insieme a Sea Shepherd e Basel Action Network, sottolineiamo l’enorme impatto che questo avrà sulla vita marina e sulle comunità che dipendono da un oceano stabile per il loro stile di vita” – la condanna di Greenpeace Brasile – “Dai rilievi effettuati, la portaerei conteneva almeno 9,6 tonnellate di amianto, oltre ad altre sostanze tossiche dannose per la salute. C’erano delle alternative concrete e responsabili dal punto di vista ambientale, ma ancora una volta è stata trascurata l’importanza di proteggere gli oceani, che sono fondamentali per la vita sul Pianeta“.