Dal 2025 le bottiglie in plastica dovranno contenere almeno il 25% di materiale riciclato. La direttiva Ue impone la nuova formula a tutti i produttori, così com’è stato per i controversi “tethered cap”.
Nuovi cambiamenti in vista per le bottiglie di plastica. La direttiva dell’Unione europea per la riduzione dell’impatto ambientale, approvata in via definitiva a dicembre, ha introdotto nuovi obblighi per ridurre la plastica e la sua dispersione nell’ambiente.
Oltre al discusso “tappo solidale” – o tethered cap – obbligatorio già dallo scorso 3 luglio, l’Ue ha stabilito anche dei valori minimi per la plastica riciclata contenuta nelle bottiglie.
Con il nuovo anno, dunque, è entrato in vigore l’obbligo per i produttori di fabbricare le bottiglie in PET (polietilene tereftalato) con almeno il 25% di plastica riciclata. Entro il 2030, invece, la percentuale salirà al 30% e riguarderà tutte le bottiglie.
La misura vale tutte le aziende produttrici e per i contenitori fino a 3 litri (come per i tappi). Il cambiamento più grande sarà quindi per i produttori, che dovranno adeguare la filiera produttiva per rispettare quanto deciso dall’Unione europea.
L’obiettivo della direttiva è di ridurre i rifiuti da imballaggio, promuovere l’economia circolare e la transizione ecologica all’interno degli Stati membri. L’inquinamento da plastica, infatti, è un problema globale e l’Ue ha intrapreso la lotta al monouso in linea con gli obiettivi dell’Agenda ONU 2030.
Brand come Coca-Cola, che recentemente ha fatto dietro-front sui suoi obiettivi di sostenibilità, non potranno evitare la nuova formula per le bottiglie: PET e 25% (o più) di plastica riciclata. Stessa cosa per i produttori più piccoli, per i quali valgono le stesse regole.
Plastica riciclata nelle bottiglie, costi e importazioni peseranno sul settore
Questo cambiamento verso un minor impatto ambientale potrebbe però incontrare qualche resistenza da parte dei produttori. “Il mercato europeo del riciclaggio della plastica sarà sostenuto dalla legislazione e dagli obiettivi di impegno volontario per il contenuto riciclato nel 2025. Ma i costi più bassi per la resina vergine di polietilene tereftalato (PET) e le importazioni competitive probabilmente peseranno sul settore”, si legge nell’analisi di Argus Media.
“La direttiva impone obiettivi di raccolta e riciclaggio per tutti gli stati membri, richiedendo che le bottiglie per bevande in PET abbiano un contenuto riciclato minimo del 25%”, spiega Argus.
“Ma ci sono alcune incertezze che minano la sicurezza che la legalizzazione intendeva fornire. La SUPD impone obiettivi di riciclaggio a livello di stati membri, e quindi la responsabilità di acquistare e utilizzare rPET a un prezzo più alto rispetto alla resina PET vergine non è ancora stata trasferita alle singole aziende. Si prevede una certa resistenza da parte dei partecipanti al mercato nella catena del valore, che sosterranno l’onere del costo del premio per il contenuto riciclato”, sottolinea l’analisi.
Cosa cambia per i consumatori
Data la presenza di materiale riciclato al loro interno, le nuove bottiglie potranno avere un aspetto diverso. Ma cosa cambia per i consumatori?
Chi si troverà ad acquistare i nuovi contenitori potrà notare una variazione nel colore, che potrebbe essere più scuro, con tonalità giallastre. Gli esperti assicurano che la conservazione e la qualità dei liquidi non subirà alcuna modifica. Ci sono aziende – come la norvegese Ringnes – che utilizzano addirittura l’80% di plastica riciclata nella composizione delle loro bottiglie. Nessun cambiamento dunque, se non estetico, per i consumatori.
Bottiglie in plastica, Italia tra i maggiori consumatori
Tra i primati italiani c’è consumo di acqua in bottiglia. Secondo un report di Greenpeace del 2021, in Italia vengono immesse al consumo circa 11 miliardi di bottiglie in plastica (PET) per acque minerali e bevande ogni anno. Oltre il 60% di queste (circa 7 miliardi) non entra nella catena del riciclo, finendo disperso nell’ambiente.
Oltre alle buone pratiche sul riciclo e le strategie di riduzione degli impatti attuate dall’Ue, si possono adottare valide alternative alle bottiglie usa e getta. Fuori casa si può portare la borraccia. Scegliendone una adatta alle proprie esigenze, la borraccia potrà garantire una scorta di acqua fresca sempre a portata di mano ed ecologica. In casa, invece, si può optare per le caraffe filtranti, utili per ridurre il consumo di acqua in bottiglia e i rifiuti conseguenti.