“Il progetto consiste nel creare un vero seme di piante autoctone che poi andranno a creare alberi piantati nel territorio”, Elisabetta Boccali, Marketing Manager Colussi.
“Boschi per il futuro“, il progetto di Misura che prevede la realizzazione di vivai in campo aperto a disposizione della collettività per produrre alberi per i prossimi anni.
Con il supporto di Veneto Agricoltura, dell’Orto Botanico di Roma Università La Sapienza e della banca del germoplasma del Parco Nazionale della Maiella, il progetto prevede che vengano messi a dimora arboreti da seme capaci di generare alberi per il futuro.
Per conoscere il progetto siamo stati nell’Oasi di Palo Laziale, un laboratorio a cielo aperto, un bosco di 50 ettari dove è stato possibile osservare le azioni di ripristino degli ecosistemi, nello specifico dei boschi mediterranei. Ad oggi sono 2.500 le piante messa a dimora.
“Grazie a tre grandi partner, il progetto consiste nel creare un vero seme di piante autoctone che poi andranno a creare alberi piantati nel territorio. – spiega ai microfoni di TeleAmbiente Elisabetta Boccali, Marketing Manager Colussi – Alberi nati nel territorio ma capaci di affrontare le nuove sfide meteorologiche che ci aspettano”.
“Quello che stiamo facendo è portare avanti un intervento multidisciplinare di ripristino ecologico. – afferma Vito Emanuele Cambria, Orto Botanico di Roma – Il bosco dove ci troviamo ha subito una serie di effetti degradanti, che ha portato l’ecosistema stesso a perdere di struttura e funzionalità. Gli interventi messi in atto grazie al progetto europeo Life Primed prevedono la raccolta e la produzione di specie vegetali autoctone riportate poi qui per riconsolidare ecosistemi che sono stati degradati nel tempo“.
“Bisognerà piantare le piante giuste e bisogna avere la disponibilità di semi. Non è un realtà un vero bosco, ma una collezione di alberi di varie provenienze destinato a produrre seme per fare piantine e piantare altri boschi nel futuro”, afferma Roberto Fiorentin di Veneto Agricoltura.
Nel vivaio Arsial Regione Lazio a Cerveteri, abbiamo visto esempi di piante autoctone selvatiche, tra le più resilienti e adatte al ripristino degli ecosistemi, ed assistito alla dimostrazione della germinazione delle sementi, dell’invasamento e di tutte le fasi del progetto.
L’iniziativa “Boschi per il futuro” fa seguito alla “CicloAppennina”, la green fondo promossa da Misura con Legambiente, ViviAppennino e Appennino Bike Tour che si è svolta lo scorso 18 giugno a L’Aquila. L’obiettivo della pedalata, a cui hanno preso parte oltre 500 iscritti, era racchiuso nello slogan: “Più pedali, più alberi pianti”. Alla partenza ogni partecipante ha infatti avuto in dotazione delle foglie di cartone da depositare in appositi contenitori lungo il percorso. Ogni foglia corrispondeva a un numero di alberi.
Nel corso dell’autunno verranno raccolte in natura le sementi nelle tre aree geografiche destinate alla realizzazione dei boschi. I semi saranno fatti germinare e le piantine nate saranno messe a dimora in questi vivai naturali e controllate, poiché continueranno a produrre semi e alberi per gli anni a venire.
Per esempio a Mogliano Veneto, in provincia di Treviso, nell’azienda agricola Diana, Veneto Agricoltura realizzerà un arboreto da seme di 5 ettari, con esemplari di quercia farnia di 5 provenienze diverse, oltre ad altri alberi quali frassino ossifillo, carpino bianco, acero campestre ma anche numerosi arbusti. La farnia è la specie più importante, perché è cruciale per le foreste della Pianura Padana delle cui foreste originarie era la principale componente. A Palena (Chieti), nel Parco Nazionale della Maiella, verrà realizzato nel 2024 un bosco da seme, tra i 5 e i 10 mila metri quadrati. Le piante messe a dimora sono prodotte nel vivaio del parco stesso. Infine a Terelle (Frosinone) sarà realizzato il bosco con specie tipiche di questa area geografica.