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La proposta del Carroccio bloccata dagli alleati: “Non è previsto nella manovra”.

Fa discutere parecchio una proposta di legge della Lega: l’introduzione di un bonus matrimonio, fino a 20mila euro, solo per chi sceglie di sposarsi in chiesa. La proposta di legge, avanzata alla Camera dai deputati del Carroccio Domenico Furgiuele, Simone Billi, Ingrid Bisa, Alberto Gusmeroli ed Erik Pretto, è stata però subito bloccata dagli alleati di Governo. “Nell’ambito di un quadro finanziario complesso, l’Esecutivo è al lavoro per sostenere la famiglia con misure concrete e realizzabili, che saranno contenute nella legge di bilancio“, ha spiegato Palazzo Chigi. E anche Guido Crosetto, ministro della Difesa, ha puntualizzato: “Non fa parte della manovra e non è un tema che interessa a uno Stato laico“.

Tensioni nel Governo

La proposta della Lega ha fatto infuriare le opposizioni ma anche creato qualche tensione all’interno del Governo. Tanto che Domenico Furgiuele, primo firmatario, ha spiegato: “Per questioni di oneri prevedeva un bonus destinato ai soli matrimoni religiosi, durante il dibattito parlamentare sarà naturalmente allargata a tutti i matrimoni, indipendentemente che vengano celebrati in chiesa oppure no“.
La proposta si basa tra l’altro sulla detrazione del 20 per cento delle spese collegate alla celebrazione del matrimonio (religioso): dagli ornamenti in Chiesa, tra cui i fiori decorativi, la passatoia e i libretti, agli abiti per gli sposi, il servizio di ristorazione, le bomboniere, il parrucchiere, il make-up e il servizio fotografico. Obiettivo dei proponenti è risollevare la sorte dei matrimoni (religiosi) in calo. La tendenza, anche a causa degli effetti della pandemia, si conferma anche per quanto riguarda le unioni civili.

Opposizioni all’attacco

Le critiche alla proposta di legge presentata dalla Lega alla Camera per il bonus matrimonio in chiesa sono state subito forti: per Benedetto della Vedova, esponente di Più Europa, la proposta di legge “si inserisce nel filone dei bonus per qualsiasi cosa e, di per sé, non è così originale. A qualificarla nel solco reazionario della destra sovranista è il fatto che il beneficio andrebbe riservato a italiane e italiani da almeno 10 anni e che scelgono il matrimonio religioso, ovviamente rigorosamente etero: una perla di analfabetismo costituzionale».
Mentre il senatore del Pd Enrico Borghi ricorda a tutti che “chi crede in certi valori, non ha bisogno per testimoniarli della mancia corroborante: roba da mercanti del Tempio“. Critiche anche da Mara Carfagna: “Siamo ancora al Papa Re“.
Infine la presidente dei senatori del Pd Simona Malpezzi parla di “proposta assurda e di manovra populista“.

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