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Bisfenolo A, come evitarlo in attesa della messa al bando in Europa

Bisfenolo A

Il Bisfenolo A è un interferente endocrino ovvero una sostanza in grado di alterare lo sviluppo, la crescita e la riproduzione degli esseri umani, nonostante ciò è presente in lattine, tazze, vaschette per il cibo e bottiglie riutilizzabili per bevande in commercio nell’Unione europea.

A causa della sua pericolosità nel corso degli anni l’Unione ha progressivamente ridotto la soglia giornaliera tollerabile per l’ingestione umana, si è passati da 10 nanogrammi consentiti nel 2006 a 0,2 nanogrammi per kg corporeo nel 2023.

Gli effetti sul corpo

L’esposizione al Bisfenolo A può causare: infertilità, maggiore rischio di cancro, problemi cardiovascolari, basso peso del feto alla nascita, effetti sul neurosviluppo, obesità e danni metabolici.

Quanto è diffuso

Uno studio europeo del 2020 condotto in 11 paesi europei denominato “HBM4EU project ha esaminato la presenza di Bisfenolo A, S ed F nelle urine di 2756 adulti, valori di BpA superiori alla norma erano presenti in media nelle urine del 92% dei casi esaminati. Il BpA era presente nelle urine del 100% dei cittadini di Francia, Portogallo e del Lussemburgo, mentre le percentuali minime della sostanza sono state riscontrate nei cittadini svizzeri, presente “solo” nel 71% delle urine questi.

Il tonno in scatola è pieno di BPA. A dirlo è un test realizzato dalla rivista svizzera Saldo, che ha analizzato 12 campioni del pesce in scatola e in vasetto. Dai risultati è emerso che in 10 campioni su 12 è presente il BPA in quantità superiori a quelle considerate sicure per l’uomo dall’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare.

Verso l’abbandono

La presenza di Bisfenolo A (BpA) è già stata eliminata da biberon nel 2011, nel 2020 è stata bandita dalla carta degli scontrini. Adesso lo si vuole eliminare del tutto dai contenitori per alimenti europei. A fine 2024 entrerà in vigore il divieto per la sostanza poiché questa potrebbe trasmettersi al cibo conservato nei contenitori e così essere ingerito. Per chi lavora nelle industrie che itilizzano la sostanza eiste la possibilità di inalare il BpA, mentre l’ingestione da parte delle donne incinte causa la trasmissione al feto. Sebbene il passaggio di sostanza sia quasi sempre minimo preoccupa l’effetto dell’accumulo di questa sostanza nell’organismo nel corso degli anni.

 

Come evitarlo

Per ridurre al massimo il rischio di ingestione del BpA, in attesa della sua messa al bando, è possibile eliminare i contenitori per cibo di plastica e sostituirli con quelli di vetro. Possibile anche utilizzare contenitori in acciaio inox o in ceramica. Anche al supermercato è preferibile acquistare cibo contenuto in bottiglie o vasetti di vetro. I cibi in scatola di plastica o di alluminio possono avere un rivestimento in BpA.