
In Belgio, un tribunale ha condannato lo Stato per inazione climatica. Un iter processuale simile a quello di altri paesi, ma si tratta di una vittoria parziale degli ambientalisti.
Un tribunale, in Belgio, ha condannato lo Stato per inazione climatica. Una vicenda che ricorda i casi di Francia, Germania, Irlanda e Paesi Bassi e che fa esultare le associazioni ambientaliste che avevano avviato l’azione legale. “Ce l’abbiamo fatta! Oggi il tribunale di primo grado di Bruxelles ha condannato le autorità belghe per la loro politica climatica negligente, che viola i doveri di tutela dei diritti umani“, festeggia Klimaatzaak.
WE DID IT! We hebben gelijk gekregen!
Vandaag heeft de rechtbank van eerste aanleg van Brussel de Belgische overheden collectief
veroordeeld voor hun nalatige klimaatbeleid. De rechters oordelen dat het Belgische
klimaatbeleid de wettelijke zorgplicht en de mensenrechten schendt.— De Klimaatzaak (@Klimaatzaak) June 17, 2021
Si tratta però solo di una vittoria parziale, perché il tribunale non ha imposto obiettivi percentuali concreti di riduzione delle emissioni di gas serra. I giudici si sono infatti limitati ad accusare il governo belga e tre Regioni (Fiandre, Vallonia e Bruxelles) di condurre una politica climatica negligente. Lo riporta Lifegate.
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La sentenza dei giudici comunque pone in evidenza le scelte negative sul riscaldamento globale. “Le autorità non si sono comportate in modo prudente e diligente” – si legge nella sentenza – “Senza prendere misure necessarie per prevenire gli effetti dei cambiamenti climatici, è stata violata la Convenzione europea dei diritti dell’uomo“. L’azione legale era stata lanciata da Klimaatzaak e sostenuta dalle firme di 58mila cittadini in Belgio. “Servono decisioni immediate per garantire una decarbonizzazione efficace della nostra economia“, spiega l’associazione ambientalista.
les coûts ”cachés” de l´inaction sur les économies et la santé publique #CleanAir #OneWorldOneHealth https://t.co/luR3Pbl5d9
— Zakia Khattabi (@KhattabiZakia) June 20, 2021
Zakia Khattabi, ministra del Clima e dell’Ambiente del Belgio, ha commentato la sentenza del tribunale. “Ne prendiamo atto, ma non ci sono conseguenze finanziarie né giuridiche“, spiega la ministra. Che poi ha aggiunto: “Abbiamo sostenuto l’incremento dell’obiettivo europeo di riduzione dei gas serra di almeno il 55% entro il 2030, ma anche di voler raggiungere le emissioni zero entro il 2050. E attiveremo tutti gli strumenti federali a disposizione per raggiungerli“. Intanto, però, la sentenza del tribunale ha stabilito un principio importante: la tutela dai rischi causati dal cambiamento climatico è un diritto umano che non può essere negato ai cittadini belgi.