Dal bambù l’alternativa a impatto zero alla plastica monouso. Lo studio dell’Università La Sapienza

Il progetto dell’Università La Sapienza di Roma in collaborazione con Forever Bambu e Alter Eco Pulp promette di realizzare prodotti monouso a impatto zero con la polpa di cellulosa del bambù.

Anche se sarebbe meglio preferire i prodotti riutilizzabili a quelli usa e getta, il monouso circola ancora perché molto pratico, soprattutto nel settore alimentare e della ristorazione. Realizzare un prodotto in cellulosa ad impatto zero è possibile, come annunciano Alter Eco Pulp, Forever Bambu e l‘Università La Sapienza di Roma. L’obiettivo è quello di traformare il legno di bambù in polpa di cellulosa, un’alternativa ideale alla plastica monouso.

Forever Bambù porta avanti un progetto di economia circolare, attraverso la piantumazione e gestione di foreste di bambù gigante. Alter Eco Pulp invece, è un operatore di prodotti per la ristorazione monouso. Le due aziende, coadiuvate dall’Università La Sapienza, hanno unito le loro forze con l’idea di produrre i primi pezzi ad impatto zero entro il 2024.

Attraverso un metodo completamente organico infatti, le due aziende puntano a produrre contenitori in cellulosa da bambù totalmente green: saranno riciclabili nella carta se puliti oppure nell’umido se sporchi, come nel caso dei bicchierini da caffè che si usano negli uffici.

Il progetto ha una particolare rilevanza anche perché i numeri sull’utilizzo della plastica monouso continuano ad essere preoccupanti: nonostante la normativa Ue del 2022, secondo il Plastic Waste Makers Index 2023 ci sono sempre più rifiuti monouso in plastica: 139 milioni di tonnellate solo nel 2021.

Prodotti monouso in bambù ad impatto zero, l’alternativa alla plastica da un progetto italiano

Lo studio, coordinato dal professor Antonio Zuorro, sta preparando un protocollo partendo anche dall’esperienza di Alter Eco su altre biomasse, da brevettare entro giugno. Si arriverà poi alla fase pilota e di sviluppo dei prototipi per la fine dell’estate.

“È un progetto molto ambizioso e insieme assolutamente raggiungibile” commenta Mauro Lajo, amministratore delegato di Forever Bambu. “Gli studi che già da un anno stiamo portando avanti con La Sapienza sulla coltivazione organica e biodinamica del bambù sono la base migliore per pensare di raggiungere questo grandissimo obiettivo. Avere contenitori monouso compostabili sarebbe una vera svolta nel progressivo abbandono della plastica monouso e nella gestione dei rifiuti”.

“L’esperienza maturata in altri ambiti dal nostro team di ricerca e sviluppo, come per esempio, la creazione di cellulosa da paglia con metodo organico, ci fa essere molto confidenti sull’esito di questa ulteriore sperimentazione”,  aggiunge Claudia Corazzi, amministratore unico di Alter Eco Pulp al Corriere della Sera. “Per noi questo nuovo binomio ha molteplici vantaggi e in primis l’azzeramento di Co2 dovuta all’importazione di materiale da trasformare. Le caratteristiche di rinnovabilità e non stagionalità del bambù rendono la biomassa sempre disponibile: davvero una rivoluzione che non vediamo l’ora di vedere realizzata”.