I bambini di Taranto hanno un QI più basso, colpa dell’ex Ilva

Secondo i medici di Taranto, le sostanze emesse dall’acciaieria provocherebbero nei bambini che abitano nei dintorni una diminuzione media di 15 punti di quoziente intellettivo oltre a maggiore aggressività, ansia e depressione

Che l’aria intorno all’ex Ilva di Taranto non fosse delle più salubri si sa da tempo. Come si sa che i più colpiti dalle sostanze tossiche rilasciate dall’acciaieria sono spesso i bambini.

Ma il pericolo non è solo relativo all’alto tasso di tumori, malattie respiratorie, malformazioni e un eccesso di diossine nel latte materno. Secondo l’ordine dei medici della provincia di Taranto le sostanze rilasciate dall’ex Ilva hanno delle ripercussioni anche in termini di maggiore aggressività e minore quoziente intellettivo di 15 punti medi nei bambini nati nelle aree limitrofe.

I medici lo hanno detto, durante un’audizione a Palazzo Madama, ai senatori della commissione Industria nell’ambito dell’esame del decreto dedicato agli “Impianti di interesse strategico nazionale”, il cosiddetto decreto Ex Ilva.

I bambini nati e cresciuti nelle aree immediatamente vicine all’impianto siderurgico di Taranto, hanno spiegato i medici ai senatori, sono esposti a diverse sostanze neurotossiche che causano una maggiore incidenza di aggressività, ansia e depressione.

Questo – concludono i medici – dovrebbe indurre a “richiamare gli attori politici ad assumere una responsabilità verso le future generazioni”.

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