Ogni giorno le cronache raccontano nuovi episodi di violenza legati alle cosiddette baby gang
Se nel 2023 si è registrato un calo del 4% circa dei minori denunciati o arrestati Italia, tuttavia quando parliamo di criminalità minorile non possiamo non considerare il problema delle baby gang, di cui la cronaca continua ad occuparsi tutti i giorni.
Dalle analisi effettuate dal Servizio Analisi criminale della direzione centrale della Polizia criminale una gang giovanile è solitamente composta da dieci persone, in prevalenza di genere maschile e di età tra i 15 ai 24 anni, che commettono atti di bullismo, risse, percosse e lesioni, atti vandalici e disturbo della quiete pubblica.
Sul perché si creino questi gruppi, al centro c’è l’aggregazione data dalla violenza: “è come se un momento di violenza collettivo sia l’afa e l’omega del senso di queste cose. Sono fenomeni aggregativi che inquietano ma che si possono disperdere facilmente perché non strutturati affatto” ha spiegato ai microfoni di TeleAmbiente Cristina Tedeschini, Procuratore della Repubblica per i minorenni delle Marche.
Il fenomeno delle baby gang è la dimostrazione di come l’integrazione sociale stia fallendo: “Queste aggregazioni sono a larga partecipazione extracomunitaria e quindi sono un segnale di fino a che punto non stimo integrando, perché sono tutti nati qui. Stiamo fallendo uno dei temi più vitali per il nostro tessuto sociale” ha detto la dottoressa Tedeschini.