Aviaria, tracce del virus trovate nel latte vaccino Usa

Il virus dell’aviaria è stato trovato nel latte venduto nei supermercati degli Stati Uniti, già qualche settimana prima un ceppo di H5N1 ad alta patogenicità era stato rinvenuto negli allevamenti intensivi da latte in alcuni Stati.

La Food and Drug Administration assicura che “non ci sono rischi per i consumatori” ma, sebbene il processo di pastorizzazione garantisca l’inattività del virus, la notizia non può che destare preoccupazione.

Finora i casi di influenza aviaria nell’uomo sono sempre stati causati dal contatto con animali infetti, ma se l’aviaria dovesse fare il passaggio di specie, il famigerato “spillover”, il virus potrebbe essere trasmesso da uomo a uomo, come accaduto per il Covid.

Se al momento è inutile provocare allarmismi, altrettanto doveroso è approntare delle misure stringenti di sicurezza. Nel periodo compreso tra il 2003 e il 1° aprile 2024, l’Oms ha registrato un totale di 889 casi umani di influenza aviaria in 23 Paesi, inclusi 463 decessi, facendo salire il tasso di mortalità al 52%.

Necessario individuare la presenza del virus nelle stalle il prima possibile, Massimo Ciccozzi, professore di Epidemiologia e Statistica Medica dell’Università Campus Bio-Medico di Roma intervistato da Repubblica afferma che è necessario distruggere il latte infetto e verificare se anche quello pastorizzato possa essere pericoloso. Bisogna monitorare gli animali quindi ma l’ostacolo principale al contenimento del virus è costituito dal modello degli allevamenti intensivi, sottolinea Ciccozzi, in cui è difficile controllare gli animali ed evitare che il contagio si propaghi.