I fondi della Riserva Agricola siano utilizzati per indennizzare gli allevatori danneggiati dalla diffusione di influenza aviaria e peste suina africana. Il ministro dell’Agricoltura italiano, Francesco Lollobrigida, chiede formalmente al Consiglio europeo Agrifish in corso a Bruxelles di risarcire gli allevatori costretti a bloccare le loro attività a causa dello scoppio delle epidemie.
“I miei servizi -ha dichiarato Lollobrigida- hanno notificato alla Commissione europea la richiesta di attivazione delle misure previste dal regolamento sull’organizzazione comune dei mercati per utilizzare i fondi della Riserva agricola e sensibilizzo la Commissione europea in questo senso.”
“In Italia abbiamo messo in atto poderose misure di contrasto alla diffusione della peste suina africana che stanno dando importanti risultati e che prevedono il coinvolgimento di tutte le autorità sanitarie nazionali e regionali, delle Forze Armate, delle concessionarie autostradali, della protezione civile e delle diverse associazioni che operano sul territorio. Anche sull’influenza aviaria stiamo investendo importanti risorse sul miglioramento della biosicurezza e sulla divulgazione delle buone pratiche per evitare la diffusione del virus tra gli allevamenti. Servono però risorse per indennizzare gli allevatori danneggiati dal blocco delle attività produttive e dal deprezzamento dei prodotti che non trovano più gli stessi sbocchi nel mercato.”
| Il Ministro @SocialMasaf @FrancescoLollo1 partecipa al Consiglio Agricoltura e Pesca #agrifish
Tra i punti :
Programma Presidenza
Pratiche commerciali sleali, rafforzamento posizione agricoltori in filiera alimentare
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— Italy in EU (@ItalyinEU) January 27, 2025
Francesco Branda, docente dell’Università Campus Biomedico di Roma, ai microfoni di TeleAmbiente ha confermato che in caso di focolaio di peste suina africana l’abbattimento è davvero necessario: “Purtroppo al momento l’abbattimento è necessario, perché non esiste un vaccino. È l’unico modo per poter eradicare, diffondersi del contagio tra gli animali e quindi il fatto che non esiste un vaccino non ci consente di attuare delle altre strategie perché è la maniera più rapida a cui possiamo far fede appunto per cercare di eradicare il contagio.”
In attesa di un vaccino la soluzione alla peste suina africana, ribadisce Branda, è cambiare sistema produttivo: “Nel senso che noi abbiamo questo tipo di numeri, questo tipo di incidenza della malattia perché abbiamo allevamenti con all’interno 3.000, 5.000, 8.000 e più individui e quindi la nostra richiesta è sicuramente quella che il governo possa investire invece che in tutti questi indennizzi e sostegni al settore in innovazione, in riconversione delle produzioni agricole in altro tipo di produzioni quindi non zootecniche ma appunto agricole e di vegetali di altri tipi di prodotti per il consumo umano e anche nell’innovazione. Per esempio qua menziono la carne coltivata che invece è molto osteggiata dal governo.”
Per quanto riguarda l‘influenza aviaria (H5N), in Italia, Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia sono le regioni più colpite. Anche in questo caso gli allevatori sono costretti a sopprimere gli animali infetti.
Dopo la morte per aviaria del primo animale domestico in Italia e la prima vittima umana negli Stati Uniti, si è ulteriormente alzata l’allerta. Gli esperti ricordano le misure da osservare per ridurre il rischio di contagio: “L’allontanamento da animali feriti o malati, il consumo di carne ben cotta e lo stop all’utilizzo di latte crudo considerato, da uno studio pubblicato sul “New England Journal of Medicine”, un pericolosissimo vettore di diffusione della malattia infettiva.”
INFLUENZA AVIARIA: in Italia si contano oltre 50 focolai. La Lombardia e il Veneto sono le aree più colpite https://t.co/LwwyETgo8h
— Essere Animali (@EssereAnimali) January 22, 2025
Nel dibattito italiano gli scienziati sono attenti a mettere in guardia da sottovalutazioni della possibile espansione del virus e del tanto temuto passaggio all’uomo. Manca infatti una sola mutazione al virus per essere in grado di adattarsi alle cellule umane. Matteo Bassetti, professore e ricercatore di malattie infettive, assicura che in caso di pandemia (il peggiore scenario possibile ipotizza l’unione di influenza umana e influenza aviaria) l’Italia saprà dotarsi di vaccini.
Nonostante i proclami #novax di alcuni politici, l’Italia avrà piena disponibilità di un vaccino prepandemico in caso di pandemia da influenza aviaria. Un plauso al Ministero della Salute che non può che seguire la scienza e il resto del mondo in questa battaglia
— Matteo Bassetti (@ProfMBassetti) January 23, 2025