“L’attrattività deve essere necessariamente favorita da politiche che posizionino l’Italia in una posizione confrontabile con gli altri grandi paesi europei che invece questi talenti riescono ad attrarli”, Francesco Zirpoli, direttore Osservatorio TEA.
Il settore automobilistico italiano non ha più paura delle auto elettriche. Quasi un’impresa su 3 scommette di poter aumentare i suoi livelli occupazionali grazie all’elettrificazione delle vetture. Il dato è stato presentato dall’Osservatorio TEA al ministero delle Imprese e del Made in Italy. Secondo l’Osservatorio, 8 aziende su 10 vorrebbero puntare sull’elettrico, ma non trovano lavoratori formati per operare nel settore, tali lavoratori preferiscono accettare proposte all’estero considerate più allettanti.
Francesco Zirpoli, direttore dell’Osservatorio ha dichiarato: “Il rapporto mette in evidenza diversi punti. Il primo è relativo a come la filiera italiana si posiziona dal punto di vista delle competenze, rispetto alla transizione. Emerge in modo abbastanza sorprendente che le imprese italiane sono sostanzialmente pronte dal punto di vista delle loro aspettative, tanto è vero che la stragrande maggioranza si dichiara o per niente impattata, o positivamente impattata, diciamo oltre l’80%. Emerge però anche una crisi di mercato, chiaramente esiste un deficit in termini di sviluppo della produzione in Italia anche di crescita del mercato che nel futuro sarà verosimilmente elettrico e allo stesso tempo c’è un problema delle imprese, che viene in modo molto netto segnalato, a reclutare sia personale giovane, di talento, sia personale esperto sulla nuove linee. Da approfondimenti che noi abbiamo fatto su questo tema emerge che non c’è un problema tanto di formazione che pure esiste per esempio dal lato delle università, ma piuttosto un problema di attrattività e l’attrattività deve essere necessariamente favorita da politiche che posizionino l’Italia in una posizione confrontabile con gli altri grandi paesi europei che invece questi talenti riescono ad attrarli”.