
Secondo uno studio gli incendi in Australia diventeranno una costante del futuro qualora non venga fatto nulla per limitare l’aumento delle temperature.
Un nuovo studio condotto su 57 ricerche pubblicate dal 2013 ad oggi ha collegato gli incendi in tutto il mondo all’aumento delle temperature causato dall’attività umana. Secondo gli autori gli incendi che stanno distruggendo l’Australia sono solo un piccolo assaggio di una condizione che potrebbe essere la normalità in caso il mondo non riduca rapidamente le emissioni dei gas ad effetto serra. Questo nonostante il governo australiano e parte della stampa continuino a sottostimare il ruolo dei cambiamenti climatici in quella che risulta essere la peggiore stagione degli incendi della storia del paese.
Australia: you have just experienced the future. pic.twitter.com/5H0ab4tMzJ
— Ed Hawkins (@ed_hawkins) January 6, 2020
“Non siamo in grado di invertire i cambiamenti climatici in un tempo plausibile quindi le condizioni attuali rimarranno tali” ha spiegato il professor Richard Betts, del Britain’s Met Office Hadley Centre, coautore dello studio. Secondo il professore stiamo vedendo “i segni di quelle che sono le condizioni normali in un mondo in cui le temperature sono aumentate di 3°C”.
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Secondo lo studio i cambiamenti climatici hanno portato ad un aumento nella frequenza e nella violenza di quello che gli scienziati chiamano “meteo degli incendi”, ovvero il periodo in cui il rischio incendi è più alto a causa della combinazione di temperature elevate, bassa umidità, forti venti e piogge scarse. L’effetto non è stato solamente osservato in Australia ma anche negli Stati Uniti, Canada, Europa, Scandinavia, Foresta Amazzonica e Siberia. In tutto il mondo le stagioni degli incendi hanno colpito il 25% della vegetazione del pianeta e la loro durata è aumentata del 20% negli ultimi anni. “In totale, 57 ricerche dimostrano chiaramente che l’aumento delle temperature dovuto all’attività umana ha portato ad un aumento della frequenza e della violenza del meteo degli incendi, aumentando il rischio stesso di incendi” ha spiegato il Dr Matthew Jones, dell’University of East Anglia e autore principale della rivista.
Check out the scientific papers that show that #climatechange increases the risks of #wildfireshttps://t.co/Vvrw2c8RFU
Funders @NERCscience @EUhorizon2020 pic.twitter.com/0Vg2td4tHh
— Matt Jones (@Jones_MattW) January 14, 2020
Ad oggi le temperature globali sono aumentate in media di 1°C rispetto alla seconda metà dell’Ottocento. Con gli attuali piani dei governi per ridurre le emissioni, secondo la World Meteorological Organization le temperature comunque aumenteranno di almeno 3°C entro la fine del secolo, superando la soglia considerata come un limite invalicabile dagli accordi di Parigi. “Le condizioni climatiche sono estreme in Australia in questo momento ma diventeranno la normalità in un mondo con tre gradi in più dovuti al riscaldamento globale. E’ questo il vero significato dei cambiamenti climatici” ha commentato Betts.
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Secondo gli esperti finalmente le persone stanno vedendo con i propri occhi i segnali del riscaldamento globale come ad esempio incendi o le ondate di calore. “Questi sono gli effetti dell’aumento delle temperature di un solo grado. L’impatto peggiorerà se non facciamo qualcosa per stabilizzare le temperature” ha spiegato la professoressa Corinne Le Quéré dell’Università di East Anglia “e quello che dobbiamo fare è portare a zero le emissioni di CO2 e degli altri gas a effetto serra. Se non lo faremo avremo un impatto ancora peggiore al punto che quello che stiamo vedendo non sarà la normalità ma solamente una transizione verso qualcosa di ancora più devastante”.
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La ricerca è stata condotta utilizzando https://sciencebrief.org, una nuova piattaforma di ricerca online creata dalla Britain’s University of East Anglia e dal Tyndall Centre for Climate Change Research.